È estremamente piacevole poter pescare musica “vintage” da artisti contemporanei, infatti ascoltare i Blues Pills è come fare un tuffo nel 1974. La sorpresa è enorme nel vedere artisti così anagraficamente giovani abbracciare un genere e un mood quasi sepolto.
A seguito di un esordio scintillante e di un successo così rapido, il secondo capitolo ufficiale della discografia dei Blues Pills arriva come una conferma, questi ragazzi ci sanno fare davvero.
La formazione svedese, trascinata dalla carismatica Elin Larsson, ha messo insieme un album pregevolissimo: Lady In Gold è una sorta di proseguo sonoro dell’album di debutto. Carico di emozioni e passione, avvolto e confezionato con cura e capacità, il disco coinvolge quasi subito con un piglio molto 70’s, con i suoni sono leggermente più curati rispetto il precedente lavoro e che vanno a completare un quadro già ben che florido.
Musicalmente parlando i nostri quattro giovani eroi non si fanno mancare niente, passando da ballad dolci e decadenti a riff più sabbathiani, fino a spingersi nella psichedelia tipica del periodo storico/musicale a cui si ispirano. Le loro influenze ci parlano chiarissimo attraverso l’intricato songwriting, suonano dannatamente vecchi, dannatamente belli, dannatamente giusti.
La punta di diamante della band, e se vogliamo della loro musica, è la bellissima e bravissima Elin che con un fare quasi Jopliniano cattura immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore. La sua voce vellutata e calda arriva dritta al cuore e l’incredibile dinamica che la porta dai sussurri al graffio disperato degno della Divina Janis tengono l’attenzione alta per tutti i 41 minuti di durata del disco, prova di ALTISSIMA classe.
La formula che vuole Blues, Rock, Hard Rock e psichedelia mischiate nel sound dei Blues Pills è molto azzeccata, legata ad una produzione vera, sanguigna e di altissimo livello che crea un sound caratteristico e di enorme pregio, che convince e non stanca. L’impressione è che i ragazzi abbiano le idee chiarissime su come vogliano suonare e come vogliono sia la loro musica: fuori da ogni moda, fuori da ogni schema moderno. Mamma Nuclear Blast pare li abbia capiti e supportati in questa scelta, che personalmente condivido pienamente.
Supporto che potete dare anche voi mettendo da parte la musica moderna e martellante del 2016 e dar ascolto all’anima e al groove di una band che sa sciogliere, coinvolgere e accompagnare anche senza virtuosismi o scossoni, anche senza essere pesante o estrema, ma semplicemente trasmettendo molto: un esempio calzante è la struggente I felt a Change, che mette i brividi da quanto è bella, una prova Soul incastonata in un disco Rock psichedelico. Che dire, manca solo vederli dal vivo… e sì, è la loro attività preferita.