La band che andrò a presentarvi oggi è a dir poco particolare, si tratta dei Sur Austru, gruppo rumeno formatosi nel 2018 dalle ceneri dei ben conosciuti Negura Bunget e Kultika.
Già l’album di debutto, “Meteahna Timpurilor“, è stato, per me, un’interessante scoperta, così sono rimasta in attesa di nuovi lavori.
“Obârşie” è un invito ad entrare nelle corde della tradizione rumena attraverso un mix ben ponderato di sonorità black ed elementi folk, che si uniscono per dare vita ad un’atmosfera variegata, simile a quella di un rituale tradizionale antico. Ci sono passaggi epici e incalzanti, con le classiche sonorità vocali profonde del black metal, altri oscuri e tenebrosi, altri ancora che scuotono l’ascoltatore grazie alla loro potenza.
Il viaggio verso le lande rumene è facilitato dalla presenza di strumenti tipici di questa cultura come i flauti, qui quasi primordiali, cori a più voci che scandiscono le varie fasi di questo rito mistico, e dai testi in rumeno.
Di sicuro la produzione è di qualità, ma l’aspetto più importante di questo disco è la sensazione che lascia, di essere trasportati nel mezzo dei boschi della selvaggia Romania, di essere avvolti da un qualcosa di magico, selvaggio, dimenticato. É un folk a cui la scena black non è ancora abituata, non avendo nulla di nordico o vichingo, per ovvi motivi.
Questo album conferma la strada concettuale su cui i Sur Austru si erano incamminati con il primo lavoro, conferma anche la buona impressione che mi avevano fatto e, anzi, ritengo che qui ci sia un salto di qualità notevole, è migliorato il sound e, soprattutto, è migliorato l’impatto emotivo della loro musica, ottimo proseguimento di carriera.