Solemn Ceremony è il progetto solista dell’australiano Phil Howlett, che giunge con questo disco omonimo al debutto.
Howlett è già un artista affermato all’interno della scena locale, vista la sua militanza nei Dire Fate e nei Lucifer’s Fall, e con questa one-man band vuole seguire il percorso che aveva intrapreso con i Rote Mare (attivi dal 2005 al 2015), all’insegna del Doom Metal nella sua versione più classica.
L’esperienza, quindi, aiuta sicuramente il musicista, che in questa circostanza si è fatto aiutare anche dal batterista Gareth Briggs e dal chitarrista Kieran Provis, autore delle parti di chitarra solista in tre brani.
Il lavoro inizia senza esitazioni con il riffing coinvolgente di “Nightmare“, brano che presenta quella che sarà la proposta dell’intero lavoro.
Si può notare a più riprese la presenza di frangenti particolarmente convincenti e ispirati, alternati ad altri poco accattivanti, fin troppo ispirati alle pietre miliari del genere.
“End of the Line” presenta dei passaggi malinconici che incuriosiscono parecchio, e pur essendo semplici riescono nel loro intento di catturare l’attenzione dell’ascoltatore e far viaggiare la sua mente, con il brano che risulta composto bene anche durante la seconda metà, dove salgono in cattedra le parti strumentali.
Lo scenario si fa ancora più tetro con “One Last Failure“, grazie a ritmi ancora più lenti e un cantato straziante. Per tutta la durata del pezzo l’energia e la grinta vengono messi momentaneamente in disparte, lasciando spazio alla riflessione e all’inquietudine.
Lasciato alle spalle questo frangente meno vigoroso, la title-track conclusiva riprende a coinvolgere con più determinazione, con una notevole accelerazione negli ultimi minuti, dove troviamo una cavalcata più vicina all’Heavy Metal capace di sorprendere e di chiudere l’album in bellezza.
Questo debutto per il progetto australiano si fa apprezzare, ma rimane solo un lavoro discreto, un riconoscimento al Doom Metal con nulla di speciale in grado di contraddistinguerlo. Quindi, se apprezzate realtà quali Candlemass e Saint Vitus, questa produzione di Phil Howlett fa sicuramente al caso vostro, ma non aspettatevi una scoperta rivoluzionaria.