Nati dalle ceneri degli Ivan Red, band trascurabile nel panorama rock, i Khiral debuttano dopo oramai 10 anni dalla formazione (sic!) della band con questo “Chained“. Ai Khiral piacciono assai band come Amon Amarth e Dismember (ma anche un pò gli IN FLAMES, va..) , perciò se state proseguendo la lettura sapete già il vostro target di riferimento.
Un album che arriva dopo innumerevoli cambi di lineup e frecciatine al limite del gossipparo, ma non è questo ciò che ci interessa. Ascoltando attentamente questo “Chained”, disco composto da ben poche tracce (sette in totale) rispetto agli standard classici ed attuali, si percepisce un discreto lavoro alle spalle. Cominciamo con la produzione, che riesce sicuramente a valorizzare il risultato finale: la cavernicola voce di Tuomo Vanska si sposa perfettamente con le chitarre, decisamente amalgamate e compatte fra loro. Ciò che ne emerge è un thrash-death metal spinto, violento ed incisivo, senza mai dimenticare il groove, onnipresente oramai nella maggior parte delle produzioni di questo tipo.
Ciò che lascia un po’ a desiderare è il songwriting, a volte un po’ spento (vedi la voce “Chokehold Of Shame“) e trascinato. Considerate le sole sette tracce finali beh, da questi dieci anni di lunga agonia potevamo aspettarci sicuramente qualcosina in più. Con tutto ciò non vogliamo affatto dire che il disco sia evitabile, anzi. la voglia di fare headbangin’ e puntare le corna al cielo non mancherà: ciò che non ci sarà, forse, sarà l’originalità di partenza che latita parecchio per tutta la durata del disco. Dovendo includere (ahimè) anche l’artwork nella valutazione, preferirei sinceramente bypassare il tutto e focalizzarmi su altro. Non si può anche qui attribuire spinta e logica al tutto (soprattutto dopo che sei cresciuto a pane e Fear Factory, capisciammè…): fuoco, fiamme, e un gran lavoro di immagini “sintetiche” viste e riviste. Uhm, nì.
Tirando le somme di questo album non mi sento di stroncare così voracemente un lavoro che dopo svariati ascolti acquista comunque un briciolo di brillantezza. Tuttavia mi sento in “dovere” di sperare per il meglio e di osservare i Khiral da vicino anche nel prossimo capitolo discografico, confidando in una strada più personale e concreta.