Gli Stälker sono una band neozelandese che propone un thrash metal dalle sfumature heavy e squisitamente old school. “Shadow Of The Sword” è il titolo del loro primo full-length che è recentemente uscito tramite Napalm Records. Il disco in questione ci riporta agli anni d’oro del thrash metal; musicalmente parlando i Nostri infatti sono un misto tra gli Exodus di “Bonded By Blood”, soprattutto dal punto di vista vocale, e degli Iron Maiden dell’omonimo debut album. Parlare di uno o più brani in particolare è molto difficile perché le canzoni sono tutte molto simili dal punto di vista qualitativo (e compositivo), tanto che non si assistono a cali di qualità all’interno dell’album.
Se si volessero citare gli episodi che spiccano lievemente di più, questi sarebbero senza dubbio l’opener “Total Annihilation” che è un assalto frontale che mette subito in chiaro cosa aspettarsi dal disco. Altro brano di spicco potrebbe essere l’ignorantissima “Satanic Panic” che già dal titolo si dimostra totalmente old school. Come ho già detto questo “Shadow Of The Sword” non soffre di particolari cali di qualità perché i brani appunto si assomigliano tra di loro tanto da non spiccare l’uno sull’altro. Questa cosa non è del tutto positiva perché per quanto sia gradevole come disco, una volta alla fine difficilmente ci si ricorderà una singola canzone (tranne l’heavy “Demon Dawn” grazie alla sua intro discorsiva). Ai Nostri quindi manca senza dubbio un minimo di personalità dal punto di vista compositivo perché comunque la band ha tutte le capacità tecniche per fare bene nel suo genere. Una cosa però che farà assolutamente innamorare gli amanti del genere è la produzione: quest’ultima infatti è grezza (nei limiti di grezzume che si può avere nel 2017) e risulta estremamente credibile visto il genere proposto dagli Stälker. A risaltare da ciò è soprattutto la voce che esce sporca dalle casse come se si stesse veramente ascoltando un disco nei magici eighties.
Concludendo si può dire che questo “Shadow Of The Sword” è senza dubbio un buon omaggio al thrash-heavy della prima ondata e sembra veramente un album di quegli anni, peccato solamente per l’eccessiva somiglianza tra i vari brani (chi scrive adora il “tupa-tupa” continuo) che intacca il risultato finale. La speranza è che con il prossimo album i Nostri mostrino più originalità dal punto di vista compositivo così da ritagliarsi uno spazio nell’affollata scena dei revival vecchia scuola perché, musicalmente parlando, gli Stälker potrebbero regalare soddisfazioni ai fan del genere!