Ci troviamo a Little Rock, nell’Arkansas, quando nel 2008 si formano i Pallbearer, i quali pubblicano la prima demo nel 2010 e con all’attivo tre album, “Sorrow and Extinction” (2012), “Foundations of Burden” (2014) ed “Heartless” (2017), che recensiremo quest’oggi, primo disco rilasciato tramite l’etichetta tedesca Nuclear Blast Records.
I Nostri ci avevano abituato con i primi due lavori ad un doom metal lento ma complesso ed elaborato, che ha convinto e attirato le attenzioni verso i quattro, come si nota dai pareri positivi della critica e dal seguito ottenuto dalla band, cosa per niente facile nè scontata, essendocene a bizzeffe di realtà emergenti.
La formazione rimane immutata dalla precedente produzione, proponendo Brett Campbell a chitarra e voce, Devin Holt alla chitarra, Joseph D. Rowland al basso e Mark Lierly alla batteria.
Il disco si divide in sette tracce dalla durata media attorno agli otto minuti e parte forte con “I Saw The End” (del quale si può vedere il video ufficiale a questo link), punta di diamante del disco, la quale convince sull’elaborato fin da subito.
Proseguendo con l’ascolto si nota come l’album, pur offrendo un sound tipico doom metal, non si tiri indietro dalle influenze da altri generi, prendendo elementi principalmente dal progressive rock, come si nota in “Dancing in Madness“ e senza far mancare le andature più “epiche”, degne del paragone coi celebri Candlemass, le quali risaltano nella title-track.
Generalizzando, tutti i pezzi si distinguono per una qualità costante e risultano completi sotto tutti i punti di vista, passando da canzoni come “Cruel Road“, la più pesante dell’album insieme ad “A Plea for Understanding“, alle già citate sfumature progressive di “Dancing in Madness“.
“Heartless” è quindi un disco con molte potenzialità e tutte le credenziali necessarie per emergere nella scena doom metal recente, ma anche se fosse stato rilasciato qualche decennio fa avrebbe fatto una discreta figura.