Dalla fredda Norvegia, oggi voglio presentarvi i VINTERBRIS: un gruppo di quattro giovani ragazzi in attività dal 2010; iniziando con l’EP The Unrested, hanno poi pubblicato l’anno seguente l’omonimo Vinterbris e nel 2014 Solace. Quest’ultimo presenta una copertina in linea con la parte musicale dell’album, poiché ha un bel rosso vivace come colore predominante ma l’immagine è struggente e dà una sensazione di dolore. Si può quindi comparare alla ritmicità di buona parte delle canzoni e alla voce straziante che si ascolta.
La prima traccia che si incontra è intitolata Dysphoria, ed è introdotta da un gradevole pezzo di chitarra acustica che va poi a fondersi con i suoni sporchi e più pesanti del black metal melodico dei Vinterbris.
È il lavoro che hanno grossomodo riproposto per tutto il resto dell’album, poiché in ogni traccia non percepiamo mai uno stesso ritmo per tutta la durata della canzone, ma c’è un piacevole dinamismo amalgamato bene alla scorrevolezza dei riff più aggressivi o più docili, senza tralasciare degli assoli rilevanti ma non assillanti. The Aurora of Despair, la quarta traccia, è per me quella che più rappresenta le caratteristiche elencate prima, senza nulla togliere alle altre.
Il missaggio è pulito e tutti gli strumenti si percepiscono uno ad uno senza fatica; trovo che a volte la batteria sia leggermente troppo ridondante ma ci si può passare sopra.
Nonostante l’album duri appena 35 minuti, il tempo utilizzato dai giovani norvegesi è più che sufficiente per lasciare una buona impressione e per ottenere un posto nella memoria dell’ascoltatore.
Sono sicura che questi ragazzi saranno in grado di migliorare il migliorabile e regalarci un nuovo piccolo capolavoro.