CANNIBAL CORPSE – Violence Unimagined

by Riccardo Basso

Violence Unimagined” è il titolo del quindicesimo album dei Cannibal Corpse, una band che non ha certo bisogno di presentazioni particolari. Il disco in questione era molto atteso dai fan del gruppo americano in quanto è il primo dopo l’ingresso di Erik Rutan alla chitarra al posto di Pat O’Brien, uscito dalla band dopo le vicende che lo hanno coinvolto nel 2018. A tutto questo si può aggiungere che la band di Buffalo è una garanzia a livello musicale in quanto non ha praticamente mai sbagliato un colpo nella sua lunga carriera. “Violence Unimagined” non stravolge il sound dei Cannibal Corpse, tuttavia rispetto al precedente “Red Before Black” (qui la nostra recensione) è meno votato alla furia ceca. Non manca sicuramente la dose di violenza che ormai è un trademark per la band capitanata da Webster e Fisher, basti ascoltare l’opener “Murderous Rampage” o “Overtorture“, tuttavia anziché puntare all’attacco all’arma bianca il gruppo americano in certi casi preferisce degli assalti più ragionati. Ecco quindi che nascono episodi come “Slowly Sawn” e “Inhumane Harvest” la quale con il suo roccioso mid-tempo centrale non può non far muovere la testa. La mano di Erik Rutan a livello musicale si sente, ma è funzionale al sound dei Cannibal Corpse, basta ascoltare la già citata “Overtorture” e “Condemnation Contagion“. “Violence Unimagined” nel complesso è un album solido e compatto dove i momenti di noia sono quasi inesistenti. Tra gli episodi meno ispirati bisogna citare “Ritual Annihilation” e “Bound and Burned“, due brani abbastanza spenti che non si fanno ricordare nemmeno dopo diversi ascolti. Il disco regala però anche alcune delle canzoni più interessanti scritte dai Cannibal Corpse negli ultimi anni, come “Surround, Kill, Devour” la quale ha un incipit che ricorda “Sentenced To Burn” e, proprio come quest’ultima si rivela uno schiacciasassi dall’inizio alla fine. Altri brani interessanti sono la già citata “Inhumane Harvest” e la violenta “Necrogenic Resurrection“. Oltre al lato prettamente musicale, è da menzionare anche l’artwork di Vince Locke che sia nella sua versione “soft”, che in quella originale riesce a dare forma alla brutalità e alla violenza che assaliranno l’ascoltatore nei quaranta minuti abbondanti di ascolto di “Violence Unimagined”. Nel complesso questa quindicesima prova in studio dei Cannibal Corpse è l’ennesimo centro nella loro ricca discografia, la band di Buffalo dimostra di aver assorbito l’entrata di Erik Rutan in formazione senza particolari problemi. La prestazione dei musicisti in questo album è di alto livello, ma è doveroso citare il lavoro di Paul Mazurkiewicz dietro le pelli e di Corpsegrinder al microfono in quanto la prestazione di entrambi riesce a dare una marcia in più al disco in più punti. “Violence Unimagined” è un album da acquistare a scatola chiusa per i fan dei Cannibal Corpse in quanto al suo interno ci sono tutti gli elementi tipici del sound dei deathster americani che si riconfermano ancora una volta i Motörhead del metal estremo. Ora la speranza è che i concerti e i tour possano riprendere al più presto così da poter sfidare ancora una volta Fisher in una gara di headbanging.

Tracklist:

01 – Murderous Rampage
02  – Necrogenic Resurrection
03 – Inhumane Harvest
04 – Condemnation Contagion
05 – Surround, Kill, Devour
06 – Ritual Annihilation
07 – Follow the Blood
08 – Bound and Burned
09 – Slowly Sawn
10 – Overtorture
11 – Cerements of the Flayed

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