Oggi abbiamo per le mani il quindi full length dei Within The Ruins, band che ormai è un punto di riferimento per i fan del deathcore e del “djent” (ormai da considerare un genere a sè stante).
“Halfway Human“ è un disco con tutti i canoni e crismi richiesti dal genere: i riff e gli assoli di Joe Cocchi (chitarrista e produttore) sono un perfetto mix di cattiveria, precisione e melodia. Nonostante l’accordatura molto bassa il suono non ne risente, ogni plettrata è un pugno in faccia tanto quanto il gusto solistico sembra una carezza. L’album risulta molto tecnico, sono rari i momenti in cui Joe si dedica ad intermezzi di carattere più “ambient” che risultano comunque validi (l’esempio più eclatante è “Bittersweet“), ma prevalentemente i riff si muovono sul registro basso dello strumento intervallati da armonizzazioni. Per quanto il risultato di tutti questi arrangiamenti sia quello che più caratterizzi l’album, da un lato mi incuriosisce come lo porteranno in sede live: è stato deludente vedere i loro colleghi Born Of Osiris fare un uso pesante delle sequenze, spero che trovino delle soluzioni più oneste.
L’impeccabile lavoro chitarristico supporta alla perfezione il clichè dell’avere il growl possente di Tim Goergen nelle strofe accompagnato dai cori puliti del bassista Paolo Galang nei ritornelli. Il batterista Kevin McGull resta molto legato agli arrangiamenti di chitarra: ritmi serrati di doppia cassa e blast beat, ma non spicca particolarmente, anzi, nel mix la batteria è stata lasciata in secondo piano. Il suono globale dell’album risulta freddo, ma è un’ottima scelta per far risaltare la precisione e la tecnica dei musicisti, ogni strumento si sente in modo nitido.
Tirando le somme, “Halfway Human” è un buon disco anche se molto basato sugli arrangiamenti di chitarra. Scorre in modo fluido e, a differenza di altri album dello stesso genere, non annoia dopo poche canzoni ma tiene sempre un livello e una dinamica alti, senza punti morti o pezzi in cui sembrano finite le idee. Avrebbe guadagnato punti in più se tutti gli strumenti avessero avuto lo stesso spazio compositivo. I Within The Ruins hanno comunque confezionato un disco che non lascerà delusi i loro fan, lo consiglio a chi ama i riff tecnici uniti al gusto melodico. Dal 17 febbraio saranno in tour con i Born Of Osiris in America, speriamo di vederli in Italia nel prossimo futuro.