Il mio amico Widek (amico de che? L’ho deciso arbitrariamente…) è particolarmente prolifico, e anche questa volta ha ampiamente centrato il bersaglio.
Dopo un solo anno da “Hidden Dimensions“, e tre dal bellissimo “Journey To The Stars“, il polistrumentista Widek torna con questo “Dream Reflection“.
Progressive djent a sfondo spaziale (tutti gli album hanno come filo conduttore solo ed esclusivamente l’Universo e lo Spazio), il Nostro chitarrista polacco ci regala un lavoro che non si discosta dai precedenti più di tanto, e questo – a mio modesto avviso – è il suo punto di forza.
Dieci brani dieci come il Cucciolone (ma quelli erano morsi), freschi e brillanti, sostenuti da parecchi altri artisti amici di Widek. Ci sono Sithu Aye, Stel Andre e Rafowitz, per esempio, notevoli chitarristi, compositori ed autori. Una produzione ricca di delay e reverberi, chitarre sempre in primo piano e molta tecnica come sempre, oserei dire.
Ciò che mi appassiona parecchio di artisti come Widek, Plini e anche lo stesso Sithu Aye, è la capacità di variare registro da un momento all’altro ma senza mai esagerare o annoiare.
Sprazzi ambient, talvolta jazz ma particolarmente metal: cuocere per circa una mezz’oretta, ed il piatto è servito.
Immancabile artwork blu-cielo, galassie e supernova come sottofondo, ed una autoproduzione impeccabile come solito. Ottimo rientro e grandissimo ritorno! Bentornato, Widek!