TOMBETO CENTRALE – l’importante è suonare

by Giulia Ingianni

Dopo aver recensito il loro debut album, sono lieta di intervistare per Metalpit.it i lucchesi Tombeto Centrale!

Ciao ragazzi! Vi andrebbe di presentarvi alla comunità di Metalpit?
Ciao Metalpit! Noi siamo un trio rock alternative dalla provincia di Lucca. Chitarra, basso e batteria, lo stato fondamentale del rock. Abbiamo appena pubblicato per QuàRock records di Gabriele Bellini, il nostro debut album Il silenzio della collina. Il disco, è composto da 10 tracce ed è caratterizzato da una forte intensità emotiva e musicale a più livelli. Lo consideriamo una sorta di concept sul ritrovare se stessi, sull’equilibrio, quasi autobiografico, dell’uomo con la natura, con i luoghi sperduti, tranquilli e silenziosi tanto agognati e ricercati in una congiuntura temporale quantomai sfavorevole. Il nostro sound? Potente, incalzante, armonicamente malizioso, a tratti disperato nonché a tesi ispirati e rigorosamente in italiano: un crossover magico e senza tempo (cit.)!

Essendo nati nel 2012, siete ormai insieme da quattro anni. è stata una strada in salita o in discesa?

La discesa – Abbiamo sempre lavorato con estrema tranquillità, siamo un gruppo oltre che di musicisti, anche di amici di lunga data. Ci siamo sempre trovati in accordo sulle scelte stilistiche anche proveniamo da generi differenti e abbiamo sempre fatto maturare le idee spontaneamente e in un clima di armonia!
La salita – Le questioni tecniche (ed economiche!) e logistiche a volte sono state dure da superare, specialmente nel trovare spazi adatti ad un genere come il nostro. Abbiamo sempre dovuto sfruttare le poche occasioni, live sopratutto, che ci sono capitate!

Ascoltando il vostro album “il silenzio della collina”, ho notato che avete un sound molto originale. Avete avuto degli artisti che vi hanno ispirato in qualche maniera o è totalmente farina del vostro sacco?

Sicuramente ci sono le influenze artistiche del panorama rock underground nostrano. Molti altri spunti, anche se vi sembrerà strano, sono stati influenzati da artisti come Radiohead, Sigur ros, Explosion in the sky. Di norma gli spunti su cui lavoriamo hanno sempre un forte impatto chitarristico e si completano affiancando la sezione ritmica in un regime di quasi improvvisazione. Ci piace che il tutto sia molto emotivo, spontaneo e dinamico e quindi cerchiamo di non rimanere, per quanto possibile, non troppo influenzati da ciò che ascoltiamo.

Per quanto riguarda la scena undergound italiana, cosa ne pensate? La supportate? Ed è difficile per voi affrontarla?

Penso che sia molto viva e vegeta nella scena mainstream. Vi trovo molti gruppi originali, dal quale anche prendere spunti. Purtroppo secondo noi , sopratutto per gruppi di provincia lontani dalle grandi città, è abbastanza difficile ritagliarsi uno spazio. Le occasioni sono sempre poche e quelle poche occasioni sono funestate dal’utilizzo massivo degli smartphone, la cui unica funzione è quello di distrarre l’ascoltatore non abituale!

Ho adorato alcune canzoni del vostro album, tra cui Fa# Economico e Viandante. Voi ne avete una che preferite rispetto alle altre? E perchè?

Grazie! Ci fa molto piacere. Per quello che ci riguarda, la sezione ritmica trova ne “Il venditore di Tappeti” il pezzo più bello. Personalmente, e ti parlo come autore dei testi, preferisco un brano come “Mr. Beaver”, una ballad malinconica, armonicamente molto semplice che viene introdotta da una dimensione soffusa ma che infine esplode, con un lento ed inesorabile crescendo a sue soli accordi, gonfi, e potenti!

Qual’è stata la band migliore con cui avete condiviso il palco fin’ora? E con chi vorreste condividerlo?

Abbiamo avuto l’onore di suonare insieme a gruppi come Zen Circus, Quintorigo e Rebeldevil e aprire i loro concerti è stato veramente bello. Suonare insieme ai maggiori esponenti della scena underground penso che sarebbe l’obiettivo e il sogno di chiunque. Quello che preferiamo però è suonare insieme a band emergenti come noi per cercare di creare una specie di rete e supportarsi a vicenda. In questo caso siamo stati molto contenti di condividere il palco con i Gonzaga, anche loro formazione lucchese al loro debut album.

Qual’è la vostra massima aspirazione riguardo a questo progetto?

Suonare live il più possibile. Le emozioni che ti dà il palco sono uniche e ti fanno dimenticare tutto il resto. Non importa se per 30 minuti o un’ora, l’importate è suonare!

Essendo Il Silenzio Della Collina un album molto recente, so che questa sarà una domanda un po’ azzardata: state già pensando a del nuovo materiale?

Ovviamente! Già al lavoro su nuove creazioni e nuove sonorità da rincorrere!

E con questa bella notizia vi lascio anche la recensione del loro album ‘il silenzio della collina’!

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