I canadesi Third Chamber hanno pubblicato in modo indipendente il loro ultimo EP “Harvesting Our Decay”. Le sonorità tipiche del death metal non passano di certo inosservate in questo lavoro e, infatti, lo scopo del gruppo originario di Calgary è proprio quello di diffondere e portare avanti il proprio stile in cui queste influenze si fanno sentire notevolmente.
L’EP è caratterizzato soprattutto dalle influenze hardcore e grindcore, accompagnate da testi politicamente impegnati e polemici sulla società attuale. Partendo dalle organizzazioni religiose, fino ad arrivare all’insipienza umana possiamo già dedurre quali siano i temi trattati al suo interno, che evidenziano una società sempre più propensa alla decadenza e all’illusione. Il gruppo non ha quindi timore di esprimere le proprie opinioni; e in questo EP vogliono incoraggiare gli altri a fare lo stesso. La loro denuncia sociale è uno schiaffo diretto a tutto ciò che viene definito come “buono” dalle multinazionali e dai potenti, i quali vogliono controllare gli uomini come dei burattini illudendoli a un immaginario fittizio.
Le vocals aggressive fanno in primis da portavoce nella diffusione di questi messaggi e anche gli altri strumenti svolgono una parte fondamentale per il suo sviluppo. Ad esempio, le percussioni vengono coinvolte in un ruolo indispensabile per tutta la sua durata, in quanto riflettono tutta la furia e il disgusto nei confronti del mondo moderno. Rivestono una notevole importanza, invece, le sonorità strazianti delle chitarre che si sposano perfettamente al resto della strumentale, arricchendo l’atmosfera dell’EP. La concezione che si ha della realtà d’oggi giorno è dipinta dalla negatività sprigionata dai membri dello stesso gruppo e se ci soffermiamo particolarmente sulla tecnica la si può definire molto elaborata e irruente.
Il loro sound prende inspirazione da gruppi celebri della scena come gli At the Gates, i Black Dahlia Murder e i Suffocation, reinterpretandoli in un modo più critico e diretto nelle tematiche. Le 5 tracce che compongono “Harvesting Our Decay” non sono affatto da sottovalutare per la durata: nel suo piccolo hanno diversi punti di forza, in primis la qualità di registrazione. La genialità del frontman Shane Hawco non solo si fa sentire attraverso i suoi testi, ma anche dalla sua vena artistica: la copertina dell’EP è pensata e disegnata interamente da lui e qui vi possiamo notare una metafora sull’idea della morte. Il tappeto di teschi rappresenta una società in rovina in cui gli umani sono destinati alla loro fine e in questo contesto la critica è più che evidente. È una critica che vuole esortare ad un cambiamento e, dal modo in cui è stato fatto dai Third Chamber, appare bella pungente e spedita. Il suo accostamento in combinazione con la strumentale aggiunge un tocco in più alle tracce, rendendole dirette e chiare all’ascoltatore.
La scena underground attuale del death metal sta facendo passi da gigante, e questo EP ne è la conferma. È un lavoro che saprà indubbiamente coinvolgere ogni appassionato del genere, indirizzato in particolare a chi è più tendente alla sua corrente odierna. Impetuoso e ammaliante, sarà immancabile nella vostra playlist.