Eccoci al quarto album in soli sei anni di attività per i The Unguided, band svedese quasi interamente formata da ex membri dei Sonic Syndicate. “And The Battle Royale” è un disco che mi ha ricordato il periodo di massima fama di metalcore, industrial e melodic death: è molto compatto e si destreggia tra questi generi senza mai uscire dal seminato, mettendo fronzoli solo nei punti giusti a rendere appetibili i brani ad un pubblico più vasto possibile. La copertina disegnata con un’opinabile computer grafica potrebbe trarre in inganno: creature elfiche che cavalcano un lupo, un alce ed una lince non si addicono molto al contenuto dell’album.
Come dicevo, è un prodotto massiccio e omogeneo, pertanto non mi fermerò a parlare di singoli brani, ma di quello che caratterizza tutto il disco. Salta subito all’orecchio il growl maligno di Richard Sjunnesson (i fan degli Heaven Shall Burn apprezzeranno), contrapposto alle ottime melodie pulite di Jonathan Thorpenberg. Il buon Jonathan non solo è bravo con la voce, ma è pure un ottimo chitarrista, i suoi assoli sono una perfetta combinazione di gusto e tecnica. Durante le strofe non mancano i riff spacca collo, questi ragazzi svedesi ci sanno fare con la ritmica: nonostante lo schema dei brani sia circa la stesso per tutti, la qualità compositiva è molto pregevole e riesce a tenermi attento per tutta la durata del disco. Basso e batteria seguono a ruota, mantengono le fondamenta salde. Pesante ma non invasivo l’utilizzo dei sintetizzatori, sono orchestrati in modo da dare quell’aria industrial durante i momenti più pesanti e creano atmosfere leggere quando si cala di dinamica.
“And The Battle Royale“ si rivela un album fatto a modo, senza infamia e senza lode. A mio parere queste sonorità sono ormai passate di moda ma possono ancora attirare l’attenzione, soprattutto di chi è o era appassionato di metalcore e alternative metal.