Il Southern Rock è uno dei più influenti fenomeni musicali commerciali degli anni settanta, molto diffuso e apprezzato negli States. Tra i principali fondatori del genere troviamo la The Allman Brothers Band e, all’apice, i Lynyrd Skynyrd del talentuoso Ronnie Van Zant. Ben più pesanti rispetto ai primi, essi gettarono le basi per tutte le altre southern rock band, tra cui i The Outlaws.
Nati nel 1972 a Tampa, in Florida, i The Outlaws , inizialmente formati da Hugh Thomasson (voce e chitarra), Henry Paul (voce e chitarra), Frank O’Keefe (basso) e Monte Yoho (batteria) e Billy Jones (voce e chitarra), sono diventati in poco tempo uno dei migliori gruppi Southern Rock’con diverse influenze, tra cui Blues, Rhytm and Blues, Country, Blues Rock e Hard Rock. Apprezzati negli Stati Uniti, poco considerati in Italia; meno complessi e tecnici rispetto ai Lynyrd Skynyrd, ma sfruttando la presenza di tre voci potevano creare melodie corpose rockeggianti. Nel corso della loro carriera musicale pubblicarono 11 studio album (ben 5 nel periodo settantiano e altri 6 dagli anni ’80 ai giorni nostri), 5 live e qualche raccolta. Vi furono numerosi cambi di lineup, tragedie e morti improvvise (tipiche di molte Southern band), cause legali, successi ottenuti soprattutto nel decennio settantiano, il calo compositivo e qualche ritorno inaspettato.
Con questo doppio album dal vivo, “Legacy Live” i Fuorilegge di Tampa, ora guidati da Henry Paul e Monte Hoyo (i membri storici rimasti) insieme a Chris Anderson (chitarra e voce), Randy Threet (basso e voce), Dave Robbins (tastiere e voce) e Steve Grisham (chitarra e voce), rilanciano l’amore sconfinato per la loro musica, ridando vita ai momenti più brillanti della loro carriera in un viaggio nostalgico e affascinante attraverso le calorose atmosfere western americane, alternando brani classici passati alla storia e pezzi più recenti. Tra i classici troviamo la romantica “There Goes Another Love Song“, la rockeggiante “Hurry Sundown“, la lunghissima e bellissima “Green Grass And High Tide Forever“, suite che tocca uno dei momenti più alti della band, “South Carolina“, molto country, la orecchiabile “Freeborn Man” e “(Ghost) Riders in The Sky“, anche se un po’ anonima rispetto agli altri classiconi. Tra i pezzi più moderni, degno di nota è “It’s About Pride“, estratto dall’album omonimo uscito nel 2012, carina e cantabile, ma che non aggiunge nulla rispetto a quanto già fatto in passato.
“Legacy Live“ si propone dunque di ridare vita a gran parte del repertorio classico, il tutto suonato con la carica e l’energia di chi vuole ancora esserci per portare on stage la propria musica e valorizzare tutto ciò che ha potuto rappresentare per il genere. Buon live, scorrevole, melodico e lineare ma non sicuramente con un sound innovativo: come dichiarato dal leader Henry Paul, si tratta di un omaggio ai propri fan che li hanno sostenuti e accompagnati anche nei momenti più difficili della loro carriera (in particolare per la perdita di alcuni dei membri storici, Billy Jone, Danny O’ Keefe e soprattutto Hugh Thomasson) e che non resteranno certamente delusi. Consigliato a tutti gli amanti del genere e della band!