Esordiscono i The Nest con “Ad Astra“, un nuovo album a seguito dei numerosi singoli rilasciati questo inverno. Si parla di un gruppo nato a Porlammi, in Finlandia, dalla cantante e tastierista Sally Armbrecht, originaria di Charleston, West Virginia, e dai locali Markus Lehtiner al basso e Tuomas Villikka alla batteria. Il trio suona un rock classico con una grossa impostazione stoner, soprattutto nel basso pesantemente distorto e ritmi dettati dalla batteria da doom metal anni ’80; inoltre c’è un ampio utilizzo di synth e tastiere che, assieme alla voce pulita, sopperiscono all’assenza della chitarra in maniera egregia e nel frattempo creano un’atmosfera calma ma leggermente cupa. Si tratta di un album composto da 8 canzoni di una durata che va dai 4 minuti e mezzo ai 6 scarsi per una durata complessiva di 41 minuti circa, che vanno avanti talmente lisci e omogenei che si rischia di confondere le canzoni tra di loro.
Tra le canzoni rilevanti:
- “River Mnemosine“: seconda canzone dell’album. Partenza grintosa per poi rallentare e mantenere un ritmo pacato più per il resto dell’album, salvo poche eccezioni. Rimane comunque il brano più vivace dell’album e con una componente stoner più spinta, ma di poco.
- “Deathclock“: settimo pezzo. Vista l’omogeneità è stato difficile trovare un altro pezzo che potesse rappresentare l’album. È un brano leggermente vivace con un’intro lenta con tanto di ticchettio d’orologio, ma l’accelerazione sul finale smuove un poco senza dare veramente una sveglia o una svolta. Rimane comunque una canzone orecchiabile, da bar lounge nel caso volessero passare allo stoner.
Si può dire che sia un album di debutto interessante con uno stile avviato e un’ampia gamma di suoni usati. Ma, come detto in precedenza, non ci sono picchi o lacune nell’album, il che da una parte è bene perché non ci sono pezzi da buttare per godersi l’album, ma d’altro canto è un’opera talmente omogenea che è perfetta come sottofondo calmo mentre si fa altro in questa quarantena. Non ci sono canzoni con più componenti stoner o meno componente rock, tutte hanno lo stesso identico timbro e la stessa andatura, senza accelerazioni o rallentamenti rilevanti.