Sappiamo tutti che le one-man-band sono gruppi da valutare bene perchè non sempre il risultato può essere quello sperato ma,il più delle volte ci sbagliamo e vengono fuori degl’ottimi prodotti con ottima produzione ed esecuzione di tutto. Stiamo parlando degli THE HOWLING VOID, gruppo Texano formato dalla mente di Ryan nel quale compone esclusivamente tutto lui. Dalle batterie,chitarre e alla voce. Una band solista completa come si suol dire.
Questo è il sesto lavoro per gli The Howling Void, dopo 3 anni dal full-lenght Nightfall e dopo 7 dal primo Megalights of the Abyss. Insomma una carriera che non si è mai fermata lasciando in continuo evoluzione il gruppo. Il cd si presenta con una copertina veramente evocativa. Ascoltando il cd lascia intendere cosa volesse proporre Ryan per la scelta di questa immagine. Una persona in sella al suo cavallo che, affacciato alla valle che ha sottostante, pensa alla sua vita e a quello che avrà davanti per il futuro. Danno un senso di libertà le nuvole che avvolgono la valle sottostante e ti portano in un mondo surreale ricco di emozioni diverse e complesse.
Il sound di questo disco è la perla di quest’album, ottime le sessioni di tastiera e le orchestrazioni che sono inserite bene senza mai stancare. Chitarre potenti e incisive ma mai troppo esagerate. Parliamo comunque di Funeral Doom sinfonico e tutti si aspettano qualcosa di molto oscuro e perverso ma, abbiamo questo lato evocativo e sinfonico che rilassa e che porta l’ascoltatore direttamente nella valle che osserva il cavaliere là in alto nel crinale. Insomma è un Funeral Doom non scontato, e ne simile ad altri. The Looming Darkness e The Nine Worlds Wept sono le canzoni che ricorderete sicuramente nell’ascolto del cd. Non sono canzoni dove si ricorda il ritornello perchè si ha una lirica bella e orecchiabile ma quando si parla di questo genere è la parte strumentale che resta impresso. La seconda invece tutta la canzone è un viaggio all’interno di un piano e una batteria leggera e continua. Gli accenni di voce in complessivo sono minimi ma sempre ben inseriti insieme ai cori che non eccedono mai.
In conclusione The Triumph Of Ruin è un ottimo album che si somma alle composizioni precedenti degli The Howling Void. Spicca per essere un album molto evocativo con eccellenti suoni e una ottima produzione. Ci aspettiamo un grande continua per questa band solista che sforna ottimi lavori dal 2009.