I danesi Sunken pubblicheranno il 18 settembre per Vendetta Records il loro secondo album, “Livslede”. Dopo l’acclamato album di debutto “Departure”, ci troviamo di fronte a un album atmospheric black metal intensissimo, ricco di sfumature e atmosfere.
Prendendo ispirazione dalla natura e l’oceano, elemento più che presente nei diversi brani, i Sunken presentano cinque brani per un totale di 44 minuti di riproduzione. I brani sono tutti di una certa entità: esclusa l’introduzione, stiamo parlando di un range che va dagli otto ai dodici minuti. Questi però scorrono via leggeri, tanto siamo distratti nel cogliere ogni minima sfumatura e sentimento che traspare dal singolo brano.
La brevissima “Forlist” ad esempio ci presenta subito la pioggia e il mare, accompagnato da leggiadre note di pianoforte: detta immediatamente l’umore su cui l’intero album viaggia.
Così tanto che la malinconica chitarra di “Ensomhed” non coglie impreparati, così come la prima aggressiva sferzata black metal: già qui si possono iniziare a cogliere i primi dettagli, relegati in sottofondo ma presenti. Il cantato in lingua madre dà quel tocco in più che rende ancora più unico l’ascolto, che si rivela per lo più rabbioso e violento con l’andare dei minuti. Dopo la metà brano viene concesso una parentesi di distensione, in cui la leggerezza la fa da padrona con un parlato lontano e una sezione dove parla la sola chitarra. Da brivido la parte finale a cui si aggiungono delle tristissime voci, mentre la canzone si trascina verso la sua conclusione.
L’introduzione di “Foragt” meriterebbe una recensione a parte: tesissima, quasi ansiogena, chitarra e rullante in sottofondo che man mano s’avvicina sempre di più fino all’esplosione vera e propria del brano. Nel suo svolgimento rischia di rasentare il doom per la sua lentezza e pesantezza, lasciando però spazio alla violenza più nera. L’atmosfera finalmente si distende dopo la metà, permettendo un attimo di respiro e spezzando l’ansia che impregnava il tutto. Da qui la batteria assume il ruolo da protagonista, eseguendo un giro che diventerà la parte portante del brano fino alla sua conclusione: dalle prime poche note di chitarra si arriva quindi ad un’altra esplosione di pura atmosfera, anch’essa da brivido. Il finale coglie quasi impreparati, ma veniamo accompagnati in un piccolo mondo etereo dolcissimo e leggero. Bellissima.
La mia preferita è la splendida “Delirium”, brano che si finge strumentale data la presenza del parlato ben oltre la metà. Si dipana man mano, giocando su un giro di basso e pochissime note di chitarra effettate, a cui man mano si aggiungono dettagli e particolari: la batteria, tappeti di suono, dei timpani… Di una delicatezza unica all’inizio, pian piano assume pesantezza, scendendo fino ad un black stranamente delicato, dimentico della violenza che l’aveva caratterizzato negli altri brani. Una perla.
A concludere l’album “Dødslængsel”, lenta e malinconica ma non meno rabbiosa. Si aggiunge però un tocco di leggiadria con dei lontani cori eterei, accompagnati da una chitarra che sfiora le note più alte. La furia non si fa attendere però, e nel finale assume tratti deliziosamente delicati e atmosferici, sfociando in un caotico sfumato. Ancora una manciata di note di chitarra prima della vera conclusione, affidata ad un richiamo all’acqua dell’oceano, come se si stesse infine affogando.
Questo “Livslede” è un album veramente molto bello e caldamente consigliato agli amanti del genere. Le atmosfere che i Sunken disegnano sono veramente splendide e vi ritroverete spesso con la pelle d’oca, rivelandosi quindi una band da non perdere di vista.