Ci siamo, i SUFFOCATION e tutto ciò che rappresentano sono tornati e questa volta non fanno prigionieri.
Conclusasi l’odissea economica e di line up, la band newyorkese ha trovato il giusto equilibrio e ha prodotto un disco solido, che unisce il trademark firmato Hobbs/Mullen/Boyer alla determinazione dei nuovi membri della band, nuova linfa vitale che a mio parere giova molto alla formazione. Ci troviamo di fronte a un disco Death Metal nei canoni dei SUFFOCATION e non di una qualsiasi band moderna super finta. Abbandonato il sound anemico e plasticoso della penultima release dei Nostri, torniamo a una produzione sì moderna, ma organica e più familiare ai fans di vecchia data.
Fatta pace col cuore riguardo la dipartita del leggendario Mike Smith dalla band, questa volta il rimpiazzo dietro le pelli non è assolutamente un punto debole. Eric Morotti picchia duro e lo fa con grande precisione, definendo bene la linea che separa la precisione dalla finzione con una prova superlativa.
Musicalmente parlando ci troviamo davanti ad uno schiacciasassi, riff complessi e articolati, mid tempo pesantissimi e che “slammano” qualsiasi cosa. Il basso di Boyer fa da collante fra la sopracitate meraviglie ritmiche e la cattiveria espressa dalle chitarre dell’inossidabile Hobbs e del giovinastro Charlie Errigo che non sfigura assolutamente, in una posizione così delicata. Menzione speciale per Mullen, che tira fuori una prova vocale degna dei Suffocation dei tempi d’oro, piena di grinta e carisma. Un disco compatto, privo di fronzoli, suonato con maestria e pensato per essere tutto impatto, botta e cattiveria. Questo è quello che mi aspetto dai SUFFOCATION, tecnica da vendere e violenza a bancali e “…Of The Dark Light” non si fa trovare sprovvisto né di una né dell’altra. La quasi totale assenza di materiale “filler” in un disco Death Metal nel 2017, è un sintomo molto molto incoraggiante.
“…Of The Dark Light“ è un disco che mi ha sorpreso: non ho amato particolarmente “Pinnacle of Bedlam” per la mancanza della tipica “pasta” dei SUFFOCATION, ma con il nuovo capitolo trovo che la band americana si sia enormemente risollevata. Se il riff slam di “Your Last Breaths” non vi ha slogato le vertebre, non meritate di ascoltare Death Metal probabilmente, ma sono fiducioso del fatto che se avete aperto questa recensione, non sia un problema.