Gli Shields sono una band inglese recente, nata nel 2012 e giunta al debutto sulla lunga distanza con questo “Life in Exile”. Il genere è nettamente metalcore, con riff e breakdown pesanti alternati a parti che ricreano atmosfere cupe e relative tranquille da post metal, aiutate anche da sezioni melodiche che abbondano in tutto l’album. Lo stile ricorda quello di gruppi come Kingdom of Giants e Oceans Ate Alaska con cui, tra l’altro, stanno concludendo in questo periodo un tour internazionale. Basso e batteria creano fondamenta piuttosto ruvide e pestate, mentre le chitarre sono praticamente onnipresenti e distorte in maniera discontinua a seconda del momento, con la voce passa da scream a pulita con molta agilità, ma nella quale prevale un harsh molto spinto seguito dal pulito che rende più dello scream forzoso. È un album composto da dodici pezzi con una lunghezza che va dai tre minuti ai cinque abbondanti (salvo gli intro “Intimacy” e “N35.E135“) per una lunghezza complessiva di 43 minuti.
Tra le canzoni rilevanti:
- “Black Dog“: seconda canzone dell’album. Un pezzo scatenato ma equilibrato tra parti veloci e breakdown, parti pestate e melodiche. Uno dei migliori dell’album, e il più ascoltato su Spotify.
- “In the Grey“: terzo pezzo. Le influenze esterne al metalcore quali heavy e alternative (briciole) si percepiscono di più. La componente melodica tra voce e chitarre prende il sopravvento dando come risultato un pezzo orecchiabile anche per chi non è avvezzo al genere.
Rispetto ai singoli pubblicati precedentemente non ci sono stati cambiamenti, mantenendo uno stile non proprio unico, visto il buon periodo per il core e i gruppi spuntano come funghi, ma tutto sommato hanno un loro perché. Si tratta di una variante piuttosto leggera per il genere, con ampio spazio dedicato alle melodie. Un album lungo il giusto, che al primo ascolto può lasciare perplessi ma che diventa più godibile con gli ascolti successivi.