A pochi giorni dalla loro esibizione al Metaldays, mi accingo oggi a parlarvi di “Solveig“, nuovo lavoro degli americani Seven Spires. L’intrigante introduzione mi ha fatto calare immediatamente nell’atmosfera che il disco vuole evocare, un ottimo segno sul quale costruire l’ascolto e la successiva recensione. Il viaggio di un’anima dannata e persa attraverso uno scenario neo-vittoriano, qualcosa di difficile espressione attraverso la sola musica: il quartetto andrebbe premiato anche solo per averci provato.
In maniera quasi logica, il disco è arrangiato in modo che ogni brano sia strettamente collegato con precedente e successivo, in modo che lo scenario sia sempre vivido e i brani non escano mai dal concept, una cosa molto difficile se consideriamo la longevità dell’album: ben quindici brani perfettamente raccordati fra loro, mai scontati e mai noiosi. Musicalmente parlando la caratteristica che colpisce di più è l’enorme dinamica della voce dell’affascinante Adrienne Cowan che riesce con sorprendente naturalezza a viaggiare fra sussurri delicatissimi e acuti potentissimi fino a torbide tonalità quasi growl, suoni più tipici del genere che la band propone, il tutto adagiato su un potentissimo Symphonic Power Metal di stampo scandinavo. Il sound generale è super patinato e preciso con una produzione modernissima e le parti orchestrali che spiccano nell’intricato tessuto musicale che la band propone; l’unica piccola nota di demerito è il suono della batteria un po’ finto e che alla lunga stufa per la poca dinamica.
In definitiva, se siete degli affezionati ascoltatori del genere, potreste trovare in “Solveig” un ottimo ascolto, adatto a superare la calura estiva. Non ci rimane altro che goderci i Seven Spires live, non mancate di leggere le nostre impressioni nei prossimi report!
