Oggi ho per le mani “Deformation“, il disco di debutto degli Scars Of Solitude, band melodic death metal dalla Finlandia formatasi nel 2015. L’artwork è davvero carino, semplice ma incisivo, non pretenzioso e che lascia trasparire lo stile di questi cinque ragazzi.
“Fool“ mi entusiasma, i suoni sono molto curati e il riffing è quello che mi aspettavo, aggressivo e melodico allo stesso tempo senza essere arrogante. I clichè del melodic death, come i passaggi da un drumming serrato ai down-tempo, ci sono ma non risultano noiosi, così come le armonizzazioni tra le chitarre. I soli di Tuomo Laulainen sono indice di una buona conoscenza della musica e in generale gli strumentisti sanno quello che vogliono ottenere con le loro canzoni. Tutto bello e tutto carino fino a quando non arriva la voce di Mikko Ruusca a interrompere il mio headbang e a perplimermi. Le parti vocali in un clean abbastanza piatto e neanche del tutto intonato non ci stanno neanche un po’, soprattutto quando cerca di “grattare” di gola, mi dispiace per gli altri ragazzi ma a mio parere la sua performance ha oscurato la loro. Si riprende nell’unico momento di growl sulla seconda traccia “Enemy“, ma se pensiamo che se sul disco ci sono cinque ballad su otto canzoni totali… non è una bella cosa. Tanto più che la produzione e il mixaggio della voce e del comparto strumentale sembrano fatti in due modi diversi, dando un sapore molto confuso al disco.
Sufficienza quasi guadagnata solo per la parte musicale, dignitosa e ben costruita. Oltre non me la sento di andare, la scarsa performance vocale unita alle troppe ballad mi ha fatto arrivare a fatica alla fine dell’album, mi aspettavo qualcosa di più molesto.