I SAXON di certo non sono una band che dorme sugli allori e che vive delle glorie del passato. Dopo il successo di “Battering Ram” del 2015, Biff Byford e soci ci presentano il nuovo lavoro intitolato “Thunderbolt“. Questo è il ventiduesimo album dei Saxon e, nonostante i quarant’anni anni di carriera, la loro vena creativa non sembra esaurirsi, ma anzi, riesce persino a esibire qualche guizzo di originalità.
Dopo l’epico intro strumentale “Olympus Rising“, il disco parte subito alla grande con la title track “Thunderbolt“, dai potenti riff heavy metal, acuti portentosi e assoli in classico stile Saxon. Sul brano successivo “The Secret Of Flight“ troviamo un po’ di quella originalità di cui ho accennato nell’introduzione, soprattutto all’inizio, nei primi riff e negli assoli. Segue “Nosferatu (The Vampires Waltz)“, dalle melodie misteriose come suggerisce il titolo. “They Played Rock And Roll“ è invece un brano che racconta il primo tour della band insieme ai Motörhead. Ascoltandolo, si possono trovare le influenze musicali della band di Lemmy, specialmente nel riff principale che fa da guida al tutto, creando un pezzo non scontato e iconico. “Predator“, altro sprazzo di originalità, la traccia che più mi ha sorpreso in tutto l’album, in particolare per la voce growl gutturale che accompagna buona parte del brano, con tratti in botta e risposta con il cantato squillante di Biff. Il basso di Nibbs Carter diventa la linea guida principale di “Sons Of Odin“, mentre “Sniper“, “A Wizard’s Tale“ e “Speed Merchants“, ci trasportano velocemente a “Roadie’s Song“, con cui si chiude questa ultima fatica dei Saxon.
“Thunderbolt” senza dubbio si candida per la lista dei miei album preferiti del 2018 . Anche la produzione è quasi ineccepibile, del resto solo il nome di Andy Sneap è una garanzia. I Saxon sono tornati in grande stile con il loro heavy metal che, dall’alba dei tempi, riesce sempre a non risultare mai noioso o ripetitivo.