SATYRICON – Tra evoluzione, difficoltà e costante movimento

by Sara Tracogna

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Le soddisfazioni maggiori, si sa, richiedono sempre un po’ di tempo. Nel mio caso, almeno una dozzina d’anni per avere l’opportunità di sottoporre qualche domanda a uno dei miei idoli adolescenziali e alcuni mesi per ottenere le sue risposte: Frost, all’anagrafe Kjetil-Vidar Haraldstad, è impegnatissimo con i Satyricon tra immensi tour e lavori intensivi per il prossimo disco. La nostra Lisa, gentilissima, è riuscita ad incontrarlo al Summer Breeze e mi ha subito inviato le ricche risposte alle mie curiosità. Finalmente, le ho potute sistemare affinché tutti ne possiate godere!

Ciao e grazie per il tempo che ci dedichi, Frost. È un piacere per noi e per me avere quest’opportunità. Iniziamo parlando un po’ della situazione attuale della band. Come state tu e i ragazzi? A cosa vi dedicate in questo periodo?

Oh, ci stiamo esibendo in questi festival estivi in cui suoniamo l’album Nemesis Divina più altre canzoni, è davvero una soddisfazione (qui, qui e qui i nostri live report, N.d.R.). È emozionante per una band celebrare un album che ha effettivamente compiuto vent’anni e che ha avuto un tale impatto sul genere di cui siamo parte noi stessi. Ancora più importante per noi è il fatto che stiamo lavorando su un nuovo album, ci ha tenuti impegnati per poco più di un paio di anni, abbiamo molto nuovo materiale e adesso ci stiamo focalizzando su ciò che andrà a finire sul disco. Inizieremo a registrare a gennaio, quindi ci stiamo addentrando nella fase finale, con tutti i piccoli ritocchi e la scelta di cosa ne farà parte e cosa no. Iniziamo a vedere come salterà fuori il tutto.

Sì, direi che è stata una grande annata.

Sì, per una band è molto esaltante quando si inizia a vedere l’album che prende forma e sei convinto che sarà davvero bello. Quindi, questo è ciò che i Satyricon stanno facendo al momento, due progetti paralleli, entrambi molto importanti.

La vediamo, dunque, come una connessione tra passato, presente e futuro.

Esatto, direi! È proprio così!

Parliamo di un passo importante che avete fatto in quest’ultima parte di carriera, una scelta peculiare operata negli anni scorsi: compariamo il vostro album “Satyricon” del 2013 ed il vostro primo e unico live album, “Live at the Opera”, uscito nel 2015. Sono molto diversi: io vedo “Satyricon” come una soluzione pura ed essenziale, mentre il “Live at the Opera”, con la partecipazione dell’Operakoret –

Sì, sono un coro professionista e hanno cantato con noi.

Davvero fantastico! Penso sia un passo importante, perché il “Live at the Opera” sembra una grande celebrazione di questo nuovo tipo di black metal che state portando avanti. Vorremmo sapere le ragioni dietro questa scelta particolare. Siete in costante evoluzione, regalandoci sorprese e correndo dei rischi.

satyricon 1Vedi, è così che funziona la nostra band: non è che ‘proviamo’ ad impressionare la gente per sorprenderla e basta. Evolvere è una cosa naturale per un essere vivente e noi vediamo i Satyricon come tale, quindi non c’è niente di più misterioso a riguardo e per come lo percepiamo noi.
Parlando del confronto tra i due album, vedo le cose in maniera un po’ diversa rispetto a te: Satyricon è composto da materiale recente ed è il primo album in cui i Satyricon mostrano un certo spettro dinamico e questa è anche una delle ragioni principali per cui l’album si chiama come la band stessa. È come se avessimo trovato il pezzo mancante del puzzle e sentito che la band sarebbe diventata completa con quell’elemento al suo posto. Ci ha fornito un range musicale più ampio e crediamo abbia portato molta vitalità alla musica.
Nonostante il Live at the Opera fosse un progetto molto diverso, abbiamo comunque fatto uso di canzoni dagli ultimi album, ma aggiungendo altre canzoni dal nostro repertorio, che abbiamo pensato avessero le caratteristiche giuste per poter beneficiare di un grande coro come l’Operakoret. E il Live at the Opera unisce le canzoni dei Satyricon, vecchie e nuove, a queste uniche composizioni corali appositamente create. Sono state realizzate in modo da adattarsi alle canzoni da un compositore in gamba che ben comprende la musica dei Satyricon. Ha anche collaborato strettamente con Satyr, assicurandosi che tutti gli elementi corali si sposassero perfettamente con la musica e le sue qualità fondamentali. Inoltre, quest’album è l’unica registrazione dal vivo dei nuovi arrangiamenti, quindi non è soltanto un live album: è anche una registrazione musicale unica, perché non ci sono altre versioni di questo lavoro. Questo è il motivo per cui abbiamo voluto documentare il tutto. Il nostro obiettivo non era soltanto pubblicare un live, ma era anche quello di ‘liberare’ la band. Abbiamo voluto generare qualcosa insieme al coro, perché con questa collaborazione le canzoni si sono come trasformate: ci sono delle vibrazioni specifiche, molti tratti e atmosfere con quest’arrangiamento corale, che ne enfatizza il lato grandioso e maestoso… E ci siamo resi conto che il risultato era qualcosa di magico. Perciò l’album presenta qualcosa che spicca sul resto della produzione dei Satyricon.

Credo sia una scelta coraggiosa, essendo così diversa dai lavori precedenti e potrebbe rivelarsi scioccante per i fan.

Sai, non è mai capitato che un album dei Satyricon venisse accolto senza un minimo di resistenza e controversia. Con quest’album mi sono chiesto, ad un certo punto, se avessimo fatto qualcosa di veramente sbagliato, perché non sono riuscito a vedere tutte quelle lamentele e quelle critiche aggressive. Siamo abituati ai problemi nell’accettare un nostro nuovo album. Di solito ci vogliono anni prima che vengano capiti ed ascoltati con facilità, ma questa volta non abbiamo letto neanche un commento negativo, da quel che ricordo. Quindi mi sono quasi preoccupato, ma ha funzionato con il nostro pubblico e ne siamo felici. Piace molto anche a noi.

Dimmi: dal momento che hai suonato in molte band black metal influenti (1349, ma in passato anche Zyklon B, Gehenna, Gorgoroth, Keep of Kalessin), cosa ti porterà il futuro come batterista? Pensi di suonare ancora in altri progetti?

Beh, oltre ai Satyricon e ai 1349, le mie due band, non mi dedico ad altro da molto tempo e non ho intenzione di partecipare a progetti o simili. Fatico già a trovare abbastanza tempo per dedicarmi alle due band di cui faccio parte. Visto che è già più che sufficiente, mi dedicherò ad esse e mi terrò lontano da altri gruppi. Non credo sia necessario, dubito che avrei molto con cui contribuire. Questo è tutto ciò che sto facendo adesso e che farò in futuro.

Siamo comunque ben contenti di quello che ci dai.
Ma tu e il tuo compagno di band Satyr avete altro a cui dedicarvi, a parte la musica, anche con così poco tempo a disposizione. Ovviamente le famiglie, ma anche vino, birra, fitness per tenervi in forma e sopportare lunghi tour, addirittura la matematica. Come avete trovato queste passioni? Vi dedicate ancora a questi ambiti? Ne avete scoperti di nuovi?

Gran parte di ciò che facciamo è votato a supportare noi e il nostro lavoro principale (la musica); alcune delle altre cose di cui ci occupiamo nelle nostre vite vi possono dire, probabilmente, qualcosa in più su di noi come persone. Sentirsi coinvolto in qualcosa che fai mostra che non si è soltanto il lavoro che si fa, ma che la propria vita è anche qualcosa di separato da ciò. Penso che sia questo il succo: facciamo tutto ciò che facciamo con un certo impegno.

Cos’era il black metal per te vent’anni fa e cosa c’è di diverso adesso dal tuo punto di vista? Il tuo atteggiamento è cambiato molto? Come hai affrontato quest’infinita evoluzione che ha caratterizzato i Satyricon?

satyricon 2Non molto, in realtà! Il che è probabilmente una cosa di cui vergognarsi, più che altro…
Di base, ascolto gli stessi album black che ascoltavo vent’anni fa, perché penso che siano ancora i migliori! Era un periodo in cui l’evoluzione si è manifestata in modo rivoluzionario, credo a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 per esempio, o i primi anni ‘90… Ma da quel momento, ogni cosa è risultata stagnante e lo vedo come un problema per i compositori di tutte le band contemporanee. Sfortunatamente, sono spesso (anzi, sempre) descritti tramite paragoni: quanto suona come i vecchi Immortal, i Celtic Frost, i vecchi Darkthrone, i vecchi Emperor o chissà che altro… Davvero, non è così che speravo finisse.
Quando abbiamo fondato i Satyricon, volevamo esprimerci a modo nostro, per mostrare
quanto grandi fossimo e saremmo diventati. Abbastanza ovvio… L’abbiamo espresso nella nostra musica, a livello di spirito e suoni. Come dovrebbe risultare ovvio allo stesso modo, ci abbiamo costruito sopra, realizzando qualcosa di nostro, come hanno fatto tutti gli altri pionieri. Hanno creato il loro sound da soli. Il sound è stato rivitalizzato dalle band norvegesi negli anni ‘90, è stato merito loro. Come musicista, dovresti creare qualcosa che non ancora non esiste. Le persone dovrebbero apportare qualcosa di proprio, nel rispetto e nella passione per la musica.

Ma adesso sento che non c’è niente di nuovo o di rivoluzionario… Quand’è che ci sarebbe stata stata una rivoluzione come quelle degli anni ‘80 o primi anni ‘90? Mi dà un po’ di fastidio.
Vorrei davvero vedere delle band giovani pubblicare nuova musica (parlando di black metal, ovviamente) che suoni come una sinfonia mai sentita prima. Vorrei rimanere sorpreso da qualcosa che non riuscirei ad immaginare prima di ascoltarla.
Quindi questo è come l’ho vissuto io. Forse è un punto di vista troppo conservatore, tutto il genere lo è. Per questo l’ho vissuto così oggi, com’era anche tanti anni fa.
Con la mia band sono andato incontro ad una grossa differenza: trovo che i Satyricon suonino molto diversamente rispetto a ciò che abbiamo fatto e sentito, ma sai, non posso relazionarmi con la musica dei Satyricon allo stesso modo in cui mi relaziono con il resto della scena in generale. Lo vedo come qualcosa di diverso, anche perché il nostro approccio alla musica è cambiato molto lungo gli anni, come puoi vedere nei nostri dischi. Ci siamo evoluti e rinnovati costantemente, sia da band che personalmente. Spero che riusciamo quantomeno a contribuire alla creazione di certe dinamiche e movimenti nella musica e nel nostro genere.

Capita allora qualche volta in cui ti trovi a spulciare nella scena underground per trovare qualcosa di valido? Per vedere come se la cavano le nuove generazioni?

satyricon 3Accade molto raramente! Mi spiego, ascolto molta musica, ne ho ascoltata parecchia degli anni ‘60 e ‘70 in questi ultimi giorni, tipo rock e hard rock di quei periodi. Si tratta di musica che trovo eccitante e carica di energia pioneristica, spirito che mi piace portare nei Satyricon quando suono.
Ascolto musica ambient e a volte i mostri sacri della classica. Ma raramente ascolto musica metal contemporanea, perché non trovo quasi mai qualcosa che superi gli album storici che ascoltavo in passato. Quando ascolto metal, mi limito a quelli.

Intravedi nuove evoluzioni o pensate di aver trovato la vostra dimensione perfetta con i Satyricon? Cosa ti aspetti in futuro?

Se parli dei Satyricon, no. Non troveremo mai nessuna sorta di equilibrio perché siamo in movimento costante. Cerchiamo di imparare, di migliorarci ed esplorare nuovi territori ponendoci delle piccole sfide. Se impari qualcosa durante il normale processo di invecchiamento, ciò significa che porterai nuovi elementi nel tuo modo di comporre e di suonare: il fatto che si manifesti nel modo di fare musica è naturale. L’abbiamo sempre fatto con i Satyricon e sarà così finché esisteremo. Non esiste un bilanciamento perfetto che ci permetta di trovare una dimensione costante. Dobbiamo mantenere questo flusso, poiché se dovesse scomparire la band cesserebbe di esistere.

Noi vediamo la Norvegia come un luogo mistico, un posto magico in cui è nato il black metal. Penso che ciò sia evidente nella vostra musica (avete scritto alcune canzoni in norvegese anche negli ultimi dischi) e nelle atmosfere che riuscite a creare. Credi che la tua nazione abbia avuto una vasta influenza sui Satyricon?

Sì, penso che abbia avuto qualche effetto, sicuramente. È impossibile dire quanto, si tratta di un concetto, ma penso che il luogo in cui vivi, la mentalità, la storia, la natura e lo spirito di quel posto abbiano tutti un influsso, sia a livello
conscio che inconscio. E penso che gran parte di quell’attenzione sulla Norvegia che puoi avvertire nei Satyricon non sarebbe esistita, se non ne fossimo stati originari. Avremmo potuto magari esserne influenzati, ma non sarebbe stata una parte così forte di noi. Se non ci fossimo nati e non avesse fatto parte della nostra storia, se non fossimo stati connessi così bene con la natura a cui siamo legati… Sì, penso che i Satyricon sarebbero stati molto diversi se non fossimo stati norvegesi.

I vostri fan sono molto preoccupati dai problemi di salute di Satyr, sui suoi account social si è sempre mostrato forte e ottimista, molto determinato. Ma siete più produttivi che mai! Ciò ha avuto delle ripercussioni sui vostri piani?

satyricon 4Siamo tutti preoccupati: come sapete, Satyr ha un tumore al cervello e ovviamente è una cosa grave a cui pensare. Ha una grossa influenza su di lui. Richiede energia, causa fatica, dolore e un sacco di altri problemi. È decisamente qualcosa di pericoloso per la sua vita. C’è una nuvola oscura al di sopra di noi… Ma, nonostante tutto, è un tipo davvero tosto. Non si farà abbattere presto, è riuscito a riacquistare lo spirito e l’attitudine al lavoro. Le prove che facciamo adesso sono tante quante quelle precedenti alla crisi che gli ha fatto scoprire il problema; in quel periodo, le cose si sono fatte parecchio difficili, ma adesso stiamo provando più che mai e creiamo più musica che in passato, addirittura suoniamo dal vivo. Si mantiene davvero molto attivo. Credo sia un grande sforzo e probabilmente gli richiede più energia che in passato… Ma vedo che riesce a gestirlo, riesce a fare le cose e questo dice molto riguardo al carattere di Satyr. Lo rispetto ancora di più, spero che riuscirà a continuare per molto tempo, mi auguro davvero che ci riesca. Per adesso, però, siamo noi e siamo qui.

Sì, lo vediamo. Siete attivi, potenti, dei veri guerrieri per noi.

Abbiamo bisogno di esserlo, no?

Grazie mille davvero per il tuo tempo e la tua gentilezza, Frost. Continuate così.

Piacere mio! Sicuramente!

Domande e traduzione di Es, intervista e trascrizione svolte da Lisa

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Our greatest satisfactions, as everyone knows, always take some time. In my case, twelve years at least to catch the opportunity to ask some questions to one of my teenage idols and some months to welcome his answers back: Frost, a.k.a. Kjetil-Vidar Haraldstad, is completely busy with his band Satyricon, between the huge tour and the hard work for their next album. Our super-kind Lisa had the chance to meet him in the Summer Breeze backstage, and she immediately sent me back his tasty answers to my curiosity. Finally, I’ve been able to arrange them, so everyone can now enjoy!

Hello and thank you for taking the time to have a chat, Frost. It’s a pleasure having this opportunity for us and for me. So, let’s talk a little about the current situation of the band. How are you and guys doing? What are you dealing with these days?

Oh, we are having these summer festivals where we perform Nemesis Divina album plus some other songs, it’s definitely gonna be rewarding to do that. It’s thrilling for a band to celebrate an album that has actually now 20 years and had such an impact on the genre that we are part of.
Even more important for us, we’re working on a new album now, we have been doing that for a bit more than a couple of years, we have made lots of new material and now we start to focus on what we imagine will end up on the album. We’ll start recording in January, so we are sitting in that final holding process, doing these small last touches and picking up what’s gonna be part of and what’s not gonna be part of it. Start to see how everything is gonna be.

Yeah, this has been a great year.

Yeah that’s a real exciting phase for a band, when you really start to see an album taking shape and you know it’ s gonna be a great great album. Yeah, so, this is really what Satyricon it’s about right now with hose two projects that we run in parallel, both of them are pretty big deals, really.

We see it as a connection between the past, the present and the future.

Quite correct! So it is!

Let’s talk about an important step in this last part of your career, a peculiar choice you did in the last years: if we compare the 2013 album “Satyricon” and the 2015 first and only live album “Live at the Opera. They are so different, I see “Satyricon” like an essential and pure choice, maybe even basic but the “Live at the Opera” with the Operakoret participation –

Yeah they are professional chorale, they’re singing with us.

Very outstanding indeed! I see it as an important step, because the “Live at the Opera” seems a huge celebration of this new kind of black metal you came up with. We would like to know the reasons about this peculiar choice. You are constantly evolving and giving us surprises, taking risks.

satyricon 1You see, that’s how this band works: we don’t really try (he did put a lot of emphasis saying TRY)
to impress people for surprise’s sake but evolving is a natural thing to do for a living organism and we see Satyricon as a living organism so there’s nothing more mysterious about it and how we perceive it.
As for the comparison between the two albums I perceive things a little different from what you do:
the Satyricon album is recent creative work and it’s the first album where Satyricon show the spectral dynamics, which is also really one of the main reasons that’s behind naming the album after the band itself. We really found that missing part of the puzzle and felt that the band was becoming “complete” with that element in place. It gave us a broader musical palate and brought a lot of vitality to the music, I think.
While the “Live at the Opera” project was something very different we made use of many of the songs from the latest albums but then we add lots other songs from our “catalogue” that we felt, you know, had that kind of quality or character that can benefit from having a great choir like the Operakoret chorale.And the Live at Opera mixes old and new Satyricon songs with this uniquely and specially made choral composition. All of them are made to fit the songs by a very skilled composer who understands Satyricon music very well and he also been working in close relationship with Satyr securing that all those choral elements truly fit music and its fundamental qualities.Also, the Opera album is the only live and live recording of these choral arrangements so it’s really not just a live album but it’s also a unique piece of music because also there are no others renderings of that work so that was why we wanted to have it documented and recorded.
It’s only performed live, and never done in studio.
And our goal wasn’t just to release a live album, our goal was to “release” the band. We really wanted to give something with the choir because in this collaboration the songs are becoming so different: they get particular vibes and many other qualities and atmospheres with the addition of this choral arrangement which emphasises what is very grand and ceremonial and majestic…and we realized that it surely came out magical.
Hence, the album presents something that outstands from the rest of the Satyricon catalogue.

I see it as brave choice since it’s so different from the previous work and it might be shocking for the fans.

You know, I have never ever experienced that a Satyricon album has been met without a little resistance and controversy actually. With this album I was wondering at some point if we had done something very very wrong, because where are all the complains and the harsh criticism? We are very used to people having rough time dealing with a new Satyricon’s album. Usually it takes years to people to understand them and get at ease with them; but this time I’ve never heard a negative comment for as far as I can remember. So it almost made me a little worried but it has worked fine with our audience, we’re happy about that. We also like it very much ourselves.

Tell me: since you played in a lot of influential black metal bands (1349, but in the past also in Zyklon B, Gehenna, Gorgoroth, Keep of Kalessin) what will your future as a drummer bring? Do you think you’ll play again in other projects?

Well… I haven’t done anything apart from Satyricon and 1349 which are my two bands from long time by now and I do not intend to participate in projects or other things.
I hardly have time to give enough of myself in those two bands that I’m actually part of.
And since it’s more than enough already, I will dedicate myself to that and stay away from additional projects.
I don’t feel that’s needed and I hardly think that I have very much to contribute either. That’s gonna be all I will be doing now and for the time to come.

We are still happy with what you give us. But you and your bandmate Satyr have a lot going on in your life beside music even with so little time. Family of course, but also wine, beer, fitness to stay in shape and endure your long tours, even maths. How did you find these passions? Are you still in any of these fields? Did you discover new ones maybe?

The most of what we do is meant to support you and your core work (which is the music) so,
certain other things that we do in life are probably telling a little about us as persons. Being passionate about what you do is something that probably shows that you are not only your main work but your life is something apart from that as well. So I guess that’s how it is with us.
We do our things with a certain flair and dedication.

What was “black metal” for you 20 years ago and how is it different from your point of view now? Has your approach changed a lot? How did you manage this endless evolution that Satyricon has been coming up with?

satyricon 2Not much, truly! Which probably is more of a shame than anything else… I basically listen to the same black metal albums today as I did 20 years ago, because I still think those are the best! There was a period then, when the evolution happened in that revolutionary phase, I think it was about between the ’70s or 80’s for instance, early 90’s… But since then everything has stagnated quite a lot and I see it as a problem for the songwriters of all contemporary bands. Unfortunately, they are often (always, actually) described in terms of references: how much does it sounds like old Immortal or Celtic Frost or old Darkthrone or old Emperor or whatever…? Really, that is not how I wished it to be. When we started Satyricon we wanted to find an expression of our own, to how huge we were supposed to be and become. Rather obvious… And we would have it expressed in our music in terms of spirit and sound. Nevertheless, it should be very obvious again. We built upon it and made something of our own. And that’s also how other pioneer bands did. I mean, they all created their sound by themselves. The sound was revitalized by Norwegian bands in the 90’s, they did it. As a musician you should create something that wasn’t already there. Individual musicians have to bring in something of their own with the respect and passion for music. But now I feel there isn’t really much new or revolutionary happening… When was there a revolution like what took place in the 80’s, early 90’s? And that bothers me a little.
I really would like to see young bands to come out with music (black metal speaking, obviously) that sounds like a symphony I have never heard before. I would like to be surprised, presenting something I couldn’t imagine before hearing just that. So, yep, that’s how I experienced it. Maybe it’s too conservative and retrospective, the whole genre is like that. Therefore, I experienced it to be now like it was many many years ago.
One big difference is what I went through with my own band, I find Satyricon to sound very different from what we did and what we heard but, you know, I cannot really have the same approach to Satyricon’s music as the approach I am able to have to the rest of the scene of our genre in general. So, I see it as really something else, even because our approach to music has changed a lot through the years as you can see in our albums. We have been constantly evolving and renewing the band and ourselves. I hope that we at least contribute to create a certain dynamic and movement in music and in our genre.

So does sometimes actually happen to you to find yourself digging in the underground scene to find some valuable stuff? To see how new generations are doing?

satyricon 3That happens very rarely! I mean, I listen to lots of music, I have listened to a lot of music from ’60s and ’70s in these past days, like rock and hard rock from that era. Music I find to be exciting and loaded with that pioneering energy and spirit that I actually like to bring into Satyricon myself when I perform.
And I listen to ambient music and sometimes classical beasts. But very very seldom I listen to contemporary metal music because I very seldom find it to be something that exceeds those classical albums that I used to listen to back in the days. I kind of stick with those ones, when I listen to metal.

So do you foresee other new evolutions or do you think you’ve found your perfect dimension with Satyricon? What do you see in the future?

Well, if you talk about Satyricon now, no. We will never really find any sort of equilibrium because we always are in move? We try to learn, to improve, to explore new territories and to challenge ourselves a little. I mean, if you learn something from the age process that you are going through that also means that it will bring new elements into your way of composing and into your way of playing. It’s a natural thing to reflect that in the way that in the way you make music. We have always been doing that with Satyricon and for as long as we exist that is going to continue. So there’s not really any perfect balance to have that constant movement we seek. We must keep our this mutation flux as if it’s not any longer there the band will cease to exist.

We see Norway as a mystical place talking about black metal, a magical place where black metal was born. I think that this can be seen in your music, as you wrote some songs in Norwegian even in the last recordings, and in the atmosphere you can create. Do you think that your country had a big influence on Satyricon?

I do think it has some effects, definitely. How much it’s really impossible to tell, it’s a speculation more than everything else but I think that where you live, the kind of mentality there, history, nature and the spirit of that place all have an influence on conscious level as well as the unconscious level.
And I think that much of that Norse focus that you can hear in Satyricon it couldn’t have been there if we weren’t from there. In fact, maybe we could have an influence by it but we couldn’t have it in us as something that is so heartfelt. If we weren’t from there and if we didn’t have it as a part of our history and if we didn’t connect that well with the nature that we again connected with… So, yes I’m pretty sure that Satyricon would have sound very different if we weren’t in Norway.

Your fans were very concerned about Satyr’s health issues, in his media accounts he has always been strong and positive, very resolute. But you are more productive than ever! Did it affect the band plans?

satyricon 4We all are worried, as you know the man has brain tumour and it’s obviously a big concern. Of course it affects him. It takes energy, it creates fatigue and pain and a whole bunch of problems. It definitely is something life threatening.
There’s a dark cloud that hangs upon us…on the other end despite everything, the guy is a really hand nail. He is not gonna be cracked any day soon, he has managed to bring back the spirit and the working attitude on himself.
We are rehearsing as much now as we did before he had that first seizure that made him discover the thing in the first place; following that period things were very tough but now we rehearse more than ever and we create more music than ever, we even go out and play live. So in that regard he is truly functioning. I think it’s a big struggle and it probably takes more of him than before… But I’m seeing that he manages it, he managed to pull off, this says a lot about Satyr’s character. I get an even deeper respect for him, I hope he will manage to keep things going for a long long time still, I really hope that he can go on. But for no, we are us, here.

Yes, we see it. You are so active and powerful and real warriors for us

We need to be that, huh?

Thank you very very much again for your time and kindness, Frost. Keep up your wonderful work.

My pleasure! Of course!

Questions and translation by Es, interview and transcription made by Lisa

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