Non sono un gran fruitore di Hard Rock e Glam Metal e generalmente i miei ascolti in merito sono molto legati ai gloriosi anni ottanta, ma i Santa Cruz mi hanno veramente stupito.
In Finlandia devono aver capito molto bene come proteggersi dal pungente freddo: la giovane band infatti è molto adrenalinica e fin dal principio scalda il tutto senza la minima difficoltà, “Bad Blood Rising” si infiamma fin dal principio e prosegue sulla stessa strada. Sebbene il genere sia fortemente derivativo, i Nostri non si risparmiano e mettono insieme ben undici brani che volano letteralmente, spaziando fra riff grintosi e nostalgici, ballad acustiche, intermezzi estremamente accattivanti e ruffiani. In primo piano risultano soprattutto gli arrangiamenti propri di un genere che negli ultimi tre decenni e mezzo ha rapito il suo pubblico grazie alla facilità con la quale i brani rimangono in mente.
Le scelte stilistiche e di sound sono molto moderne e precise, il disco suona potente, mai piatto e trova il suo apice nei suoni di chitarra che spiccano decisamente per qualità e costanza, con un lavoro solista che mi ha ricordato da vicino un eroe della sei corde come John Norum degli Europe. Quello che personalmente ho trovato molto accattivante è stato il modo in cui hanno reso personale uno stereotipo come la ballad: “Get Me Out Of California“, infatti, mi ha dato l’idea della grande hit/ballad di altri tempi, che però non ha nessun rimando evidente a cose già sentite. Sicuramente un ottimo lavoro dei Santa Cruz nel cercare una formula adatta a conservare la loro personalità anche aprendosi ad un pubblico più vario ed eterogeneo.
In chiusura, mi sento di dire che il quartetto finlandese ha messo insieme un ottimo disco, abbastanza versatile da accompagnare qualsiasi situazione senza passare per inappropriato e ben lontano dall’esser difficile da ascoltare, con ottimi spunti melodici e una gran quantità di motivi che rimangono ben impressi in testa. Obiettivo centrato per i Santa Cruz.