I Rekoma sono un giovane gruppo nato in Finlandia nel 2014. Dopo la pubblicazione di un paio di singoli e un EP l’anno scorso, “Eadem Errata” è il primo full length per la band. Il genere è una mistura particolare, con molte influenze anche se spartite tra le varie canzoni, tra cui groove, thrash e doom. La batteria valida, il basso a tratti gracchiante, le chitarre potenti ed essenziali con pochi assoli e molta presenza e la voce che passa agevolmente da pulita a un leggero growl danno il quadro complessivo della band; il tutto, unito a registrazioni limpide e un mixaggio ben bilanciato, riassume quest’album piuttosto vivace diviso in nove pezzi della durata variabile dai 3 minuti e mezzo ai 7 e mezzo per una durata complessiva di poco meno di quaranta minuti minuti.
Tra le canzoni rilevanti:
- Dust Become My Name: secondo brano dell’album. Assieme a Intro si raggiungono i 7 minuti abbondanti di canzone con un’introduzione che ricalca il genere degli Immediate Music, ma senza la stessa espressività e intensità. Il pezzo prosegue con una parte calma tipica del doom metal anni ’90, accostato a parti ben più vivaci di stampo thrash.
- Sleepwalker: ultima canzone. Il pezzo più lungo dell’album, in cui sono presenti soprattutto influenze symphonic grazie alle tastiere che conferiscono un’atmosfera epic nella parte finale, e un pizzico di industrial. Grazie a quello e all’assolo (un po’ sottotono) rimane un pezzo inconfondibile con cui degnamente concludere un album godibile.
Rispetto al primo EP non ci sono state variazioni sostanziali, a parte l’utilizzo in qualche pezzo di tastiere, mentre per il resto la componente thrash-groove è rimasta importante con tendenze al melodic death e a qualcosa che ricorda il power in alcuni punti, ma vagamente. Nonostante la combinazione interessante si percepisce, soprattutto nei pezzi centrali, una sensazione particolare, come se mancasse qualcosa. Alcuni riff danno conferiscono una struttura piuttosto rigida e “ingessat”, nonostante siano articolati e orecchiabili. Tutto sommato è un album accettabile, ma ci si può aspettare di meglio, anche se questo “Eadem Errata” si può considerare come un primo, sobrio salto di qualità. Non rimane che vedere se l’evoluzione continuerà in bene o in male.