A cinque anni di distanza dall’acclamatissimo “Time I”, i WINTERSUN rilasciano finalmente il loro terzo album, dal titolo “The Forest Seasons”. Sin dal lancio della loro campagna di crowdfunding le aspettative a riguardo erano davvero alte, visto anche il risultato ottenuto col precedente disco, e sono certamente state soddisfatte appieno. Questo nuovo lavoro propone quattro brani, tutti di durata attorno ai 15 minuti, ognuno dei quali rispecchia in sé le diverse caratteristiche e sensazioni che il passare delle stagioni susciterebbe in chi ascolta, se si trovasse all’interno di una foresta.
L’album si apre con “Awaken From The Dark Slumber (Spring)”; partiamo quindi con la primavera, quando la natura si risveglia dal rigido inverno ed i primi nuovi segni di vita cominciano ad intravedersi. Il brano descrive efficacemente questo processo: la prima parte ha infatti un’atmosfera più cupa, con melodie che potremmo trovare in gruppi come i Dimmu Borgir, mentre a metà durata il suono cambia decisamente con un misto di riff veloci ed articolati supportati da un’orchestra, che contribuiscono efficacemente a rendere l’idea del risveglio della natura.
Segue “The Forest That Weeps (Summer)”, che si apre con una melodia dal carattere orientale seguita e sostenuta da chitarre particolarmente distorte e da cori con voce pulita ma non per questo meno potenti. La stessa linea melodica di partenza è poi ripresa nella seconda parte del brano, ma velocizzata e con una batteria più energica: del resto il tema è l’estate, ovvero la stagione in cui la natura fiorisce al massimo e la vita scorre con un ritmo maggiore. Questo è rispecchiato perfettamente dall’andamento della canzone, che raggiunge il culmine verso la fine con un coro veramente imponente a cui hanno partecipato membri di varie band tra cui Ensiferum, Týr, Moonsorrow e Turisas.
Il terzo brano, “Eternal Dark (Autumn)”, si discosta dalle altre tre canzoni dell’album per il suo stile orientato verso il symphonic black metal, con blast beat martellanti e voce particolarmente grezza nella prima parte e melodie dal timbro decisamente più dark nella seconda. Anche questa volta la musica ed il testo riescono a trasmettere il messaggio della canzone: l’autunno che annuncia l’accorciarsi e l’incupirsi delle giornate, e l’inevitabile morte di ciò che era nato in primavera ed estate (“[…] I am death, I am eternal darkness“).
Conclude l’album “Loneliness (Winter)”, che è sicuramente la traccia dal maggior impatto emotivo. Il cantato di Jari è totalmente in pulito (tranne un breve pezzo al minuto 3:40) ed è certamente la sua performance vocale più azzeccata. Riesce infatti a trasmettere quel senso di solitudine ed inevitabile morte che si potrebbe provare trovandosi in una foresta totalmente innevata nel rigido inverno finlandese. Sia le parti strumentali che quelle melodiche sono intrise di un carattere malinconico, meno elaborate del solito rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da questa band ma proprio grazie a questo viene messa ulteriormente in risalto l’espressività della voce.
“The Forest Seasons” è quindi l’album dallo stile più vario finora per la band, e come ci si aspettava da una band come i WINTERSUN, ad un livello musicale decisamente elevato.