TARJA – From Spirits and Ghosts (Score for a Dark Christmas)

by Matteo Avola

Anno 1996: Tarja Soile Susanna Turunen Cabuli entra nei Nightwish. Da lì in poi ha inizio un successo internazionale per la cantante lirica. Assieme al gruppo canta in cinque album fino all’ottobre del 2005, quando a causa di punti di vista diversi da quelli degli altri componenti è costretta a lasciare la band. Tarja non si arrende. Determinata, decide di formare una band per la sua carriera solista e nel 2006 debutta con il primo album di canti natalizi “Henkäys Ikuisuudesta”. Successivamente si seguono una serie di album a carattere sinfonico-operistico e Power e nel 2013 firma un contratto con earMUSIC, label che ha prodotto anche questo suo nuovo album, “From Spirits and Ghosts” (Score for a Dark Christmas)“. Dal titolo si può subito intuire il materiale contenuto al suo interno, una collezione di rivisitazioni in chiave gothic di canzoni tradizionali natalizie, un po’ come fece in passato con “Henkäys Ikuisuudesta” e il tour in Sud America nel 2002 per Noche Escandinava. Secondo le dichiarazioni della Turunen, questo disco esplora un lato del Natale tutt’altro che allegro: attraverso cupi e tristi melodie, ci proietta nel Natale delle persone sole, di quelle scomparse e di quelle ormai impossibilitate a esprimere amore e o gioia attraverso le usanze di questa festività.

Prodotto tipicamente commerciale e privo di personale inventiva nei testi, la pecca principale è stata quella di farlo uscire nell’uggioso e nebbioso mese novembrino, totalmente inadatto per poterlo gustare appieno. Sarebbe stato meglio posticipare la data di uscita nel periodo di Natale, affinchè si avvicinassero anche un gruppo “alternativo e tradizionalista” di ascoltatori.

Con la produzione curata dalla stessa Tarja, musicalmente parlando l’album è un notevole cambio di approccio nello stile usato nei passati lavori. Privato totalmente di un sound dall’essenza metallica si concentra principalmente sulla celestiale voce della Turunen, accompagnata da una moltitudine di elementi sinfonici e orchestrali che donano alle sue linee vocali un fascino etereo. Nelle mie orecchie il suo cantato si è presentato limpido, maniacalmente perfetto, delicato e avvolgente. Un chiaro esempio ne è la prima tracciaO Come, O Come, Emmanuel: scelta perfetta rilasciarlo come singolo con un videoclip in cui Tarja fa sfoggio della sua più pura bellezza. Fra tutti e dodici i brani presenti nell’album, si consigliano la medievaleggianteWe Three Kings, le burtoniane O Tannenbaum e Deck the Halls accompagnata da un coro di bambini, Pie Jesu dove mette in mostra tutto il suo pathos lirico-soprano e una We wish You a Merry Christmas trasformata in una canzone a dir poco inquietante. I ritmi sono più lenti rispetto all’originale ed è ciò che la rende ancora più angosciante.
Concluso l’ascolto diventa inevitabile ripartire da capo. Un lavoro che cattura emotivamente e invoglia a scoprire la traccia successiva o magari a concentrarsi su una ben precisa ripetendola, più volte (come ha fatto il sottoscritto).

Un’artista che ha saputo rialzarsi e ancora in grado di regalare emozioni, in questo caso con un augurio di buone feste inquietante e un po’ in anticipo.

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