Partendo dal presupposto che non sono mai stato un fan di questa band, mi ha sempre incuriosito il voler recensire un disco dei veterani Raven, che a detta di molti, hanno sempre più o meno fatto dischi consoni al loro genere e senza mai scendere troppo di livello. Ebbene sì, in effetti è così, i Raven, oltre ad essere un trio inglese appartenente al NWOBHM, sono una band che nella loro lunga carriera, ha rilasciato molti dischi, (14 per l’esattezza, oltre a 2 live album e 4 raccolte), ma c’è qualcosa di più in tutto questo: in questa formazione formata dai fratelli Gallagher, (chitarra, basso e voce) faccio davvero fatica a trovare un punto debole… probabile che non lo abbiano?
In questo ultimo lavoro chiamato “Metal City” abbiamo una manciata di belle canzoni, potenti, dure e dirette, senza troppi arrangiamenti. Anche questa volta i Raven pestano, pestano e ancora pestano! Dunque troviamo alla batteria un Mike Heller davvero molto carico e motivato a farci divertire e fare headbanging dalla prima all’ultima canzone. L’unica pecca del disco è la mancanza di melodia, dopo gli ottimi lavori come “Wiped Out” e “Rock Until You Drop” questo lavoro manca quell’elemento che ti fa entrare in testa i pezzi e te li fa cantare tutto il tempo, senza smettere, ed essendo a conoscenza dell’età dei due fratelli (60 e 62) è comprensibile che questo disco suoni leggermente diverso, ed è probabile che sia così per scelta. In ogni caso, la grinta e l’energia non mancano e la cosa va sicuramente sottolineata e ricordata, ma a mio parere questo album stenta un po’ a decollare: brani come “Human Race“, “Motorheadin” e “Cybertron” sembrano quasi riempitivi. Per il resto questo lavoro è molto buono, riff duri, assoli potenti come quelli presenti in “Battlescared” e nella title-track “Metal City“, mentre “When Worlds Collide“, che è la traccia con il minutaggio più esteso, è anche una canzone molto dura e perfetta per la chiusura dell’ascolto.
Un disco che suona meno duro e grezzo dei lavori passati, ma che a livello di qualità del suono è ottimo, un lavoro così di questi tempi fa sorridere e fa piacere ascoltare, senza uscirci di testa. Certo, anche per i Raven passano gli anni, e le belle idee dopo un po’ si sa…vengono a mancare; per essere il loro 14esimo album non c’è male, anche se sicuramente non rientrerà negli indimenticabili. Carino e apprezzabile l’artwork del disco, che comunque incide nella recensione del disco. Sono comunque curiosissimo di vedere questo trio spacca ossa in sede live e, nel caso, sarò felice di scriverne a riguardo.