Molte persone, durante la quarantena a causa della pandemia globale in corso, si sono lasciate andare alla nullafacenza e al relax, ma così non è stato per i Mesarthim, punta di diamante di quel filone del black metal che si ispira a tematiche cosmiche e spaziali. Il periodo di ritiro è stato, per loro, un momento creativo in cui hanno avuto modo di lavorare al nuovo album, “The Degenerate Era“, uscito il 6 agosto. Mai titolo fu più azzeccato per questo periodo storico.
Questo disco non può fare a meno che destabilizzare l’ascoltatore medio di black metal per il suo alto livello di sperimentalismo, qui troviamo elementi veramente originali per questo genere, la voce graffiante è unita a elementi trance, a un largo uso di synth e a influenze elettroniche. L’atmosfera complessiva, tuttavia, non si discosta dai precedenti lavori, le melodie sembrano sempre trasportare l’ascoltatore in un viaggio nelle profondità cosmiche dell’universo, facendolo quasi fluttuare tra visioni di pianeti e stelle lontane.
Il titolo del disco evoca temi cupi e disperati, nonostante ciò, l’apertura sembra quasi serena, per assaggiare un po’ di malinconia bisogna attendere la seconda traccia, title-track, ma non è nulla di eccessivamente opprimente. Il resto del disco, più che un viaggio in un’era degenerata, sembra evocare eteree esperienze extrasensoriali nelle gelide lande cosmiche.
Il concept alla base dell’album è quello del raccontare di un universo il cui destino è quello di sprofondare nell’oscurità e perire, fino a non lasciare altro, dietro di sè, che buchi neri (per altro rievocati anche nella copertina).
Nonostante i Mesarthim non si smentiscano nell’evocare le sensazioni di cui sopra, il disco non è niente di originale o migliore rispetto ai loro precedenti lavori, è da riconoscere un pizzico di sperimentalismo in più che, tuttavia, sembra non avere un particolare senso, nel complesso.
Questo sembra essere, per loro, un periodo molto prolifico (hanno già rilasciato un EP di due canzoni a pochi giorni di distanza da “The Degenerate Era”), quindi la speranza è che escano dalla loro comfort zone e facciano un ulteriore salto di qualità nel frattempo.