Ho un ricordo molto piacevole dei Forever Still e della loro frontwoman, Maja Shining. Due anni or sono, nel 2017, la intervistai e fu in assoluto la mia prima intervista per Metalpit. Ansia, agitazione, voce tremolante, inglese che improvvisamente sembrava più difficile del cinese mandarino. Avevano appena sfornato il loro primo lavoro in studio, “Tied Down”, album che avevo apprezzato parecchio: alcuni pezzi mi piacevano più di altri, ma in ciascuno di essi la voce di Maja era in grado di far percepire all’ascoltatore uno stato d’animo preciso, ora rabbia, ora malinconia, ora tristezza, ora spensieratezza. Per il mio modo di concepire la musica, che mi rendo conto non essere uniforme per tutti, le emozioni che un brano riesce a trasmettere, sia per le sonorità che per le liriche, sono una parte fondamentale per la riuscita dello stesso. Nell’intervista (che trovate qui) ci aveva anche parlato di alcune difficoltà sia in studio che in alcuni live nel cantare il brano “Save Me“, in quanto particolarmente carico emotivamente.
Tutto questo, concedetemi il termine, pippone, per darvi un’idea precisa della band e di come mi sono avvicinato a questo nuovo lavoro, “Breathe in Colours“, in uscita il 29 marzo tramite Nuclear Blast: con estrema paura! Perché più è stato piacevole ed appagante un disco, maggiore è la probabilità che il successivo non rispetti le aspettative. Sempre nell’intervista di cui sopra, in riferimento a quest’album, già allora in fase di composizione, ci aveva detto questo:
“Il nuovo album presenterà una voce decisamente più aggressiva. Abbiamo iniziato a lavorare con più distorsioni e al contempo ci sarà un maggior utilizzo dello screaming. In generale le nuove canzoni saranno un po’ più aggressive e dinamiche.”
Ma diciamoci la verità: non conosco band Metal che annunciando il prossimo lavoro non dica che sarà più duro e cazzuto che mai. E poi non lo sono mai. Invece in questo specifico caso hanno rispettato la promessa! “Breathe in Colours”, pur mantenendo melodie accattivanti e ben riuscite, è un album decisamente più aggressivo! Forse non tutti coloro che hanno amato il primo “Tied Down” apprezzeranno questo cambiamento più rabbioso, ma sono fermamente convinto che le band non debbano comporre in base a quello che il pubblico vuole sentire.
L’apripista “Rewind” è il pezzo più melodico dell’album, il singolo per eccellenza, assolutamente ben strutturato e con un ritornello facilmente apprezzabile, come pure “Say Your Goodybe“, “Embrace the Tide” e la semi-ballata “Is It Gone?“, mentre pezzi come “Fight” e “Survive” denotano una rabbia, sottolineata dallo scream di Maja, mai sentita in precedenza dalla band danese. Atmosfere oscure alla Stranger Things nel brano “Pieces“, uno dei miei preferiti insieme alla title-track “Breathe in Colours”, in cui la versatilità e la potenza della fantastica voce di Maja sono a briglie scioltea.
Se nel precedente album i testi si concentravano su una personale lotta interiore tra inutilità e insicurezza, in questo nuovo album si soffermano più sulle problematiche del pianeta in cui viviamo e di come ciascuno di noi può affrontarle, come loro stessi ci spiegano:
“Invece di guardarci dentro, abbiamo rivolto la nostra attenzione al mondo e l’abbiamo visto in uno stato di cambiamento. Ci ha in qualche modo ricordato il futuro distopico cyberpunk, che avevamo visto nei libri e nei film di quando eravamo bambini, dove le mega corporazioni possiedono i nostri governi, il mondo è sull’orlo del collasso ecologico e l’umanità sta fuggendo nel cyberspazio, costruendo muri attorno a sé e chiudendo gli occhi dinanzi agli orrori del mondo reale. Questo e il fatto che due dei più influenti lavori cyberpunk di tutti i tempi, Blade Runner e Akira, siano ambientati nel 2019 ci hanno dato l’idea iniziale per l’album e il suo suono più elettronico e crudo.”
La copertina dell’album, curata e disegnata in prima persona da Maja, ce la spiega lei stessa:
“A prima vista la copertina è alquanto oscura e cupa, ma in realtà è piena di colori, proprio come il mondo reale – a volte basta guardare molto da vicino per vedere le cose realmente. I tanti numeri dietro di me rappresentano tutti i colori del mondo in codice binario – più comunemente noto come ‘linguaggio informatico’ – ed è allo stesso tempo un riferimento al mondo che diventa sempre più digitalizzato e alla gente che si rifugia nei propri computer per trovare i colori invece di vivere nel mondo reale e trovarli lì”.
Insomma: geniale! I colori ci sono, ma non nella forma in cui siamo abituati a vederli. Perché anche quando le situazioni sembrano grigie in realtà, lavorando su noi stessi, possiamo trovare i colori, la speranza, il lato positivo. È uno di quei mantra che puntualmente sottovalutiamo se non addirittura dimentichiamo ma che invece dovremmo sempre tenere a mente: i problemi diventano insormontabili solo quando noi stessi ci auto-convinciamo che lo siano. Il modo di affrontarli e l’attitudine mentale sono la soluzione. A volte l’unica. La potenza, la convinzione, la rabbia in cui Maja urla «I can save myself» nel finale di “Pieces” è da brividi!
E Maja conferma questa tematica quando parla del nome dell’album, “Breathe in Colours”:
“Il titolo dell’album è nato da un’esperienza che ho vissuto da adolescente. Quando iniziai a vestirmi tutta di nero, un’amica di mia madre mi suggerì di indossare più colori. Le ho risposto che era solo una scelta estetica e lei ha precisato che andava bene ‘purché mi ricordassi di tenere i colori all’interno’. A quel tempo ho pensato che fosse la cosa più stupida che avessi mai sentito, dal momento che indossare abiti neri non significa automaticamente che si è tristi dentro. Nonostante io abbia riflettuto su questo, le sue parole sono rimaste impresse in me e sono riuscita a dare loro un senso in un modo nuovo molto più tardi nella vita. Per quest’album sta ad indicare che, anche se il mondo a volte sembra freddo e grigio, c’è ancora colore e gentilezza da scovare, ma per vederli dobbiamo prima trovare i colori all’interno.”
In conclusione, un album coraggioso: potevano rimanere nella comfort-zone e sfornare un “Tied Down”-bis, certi che i fan che hanno apprezzato quel lavoro avrebbero apprezzato anche il successivo, invece hanno voluto osare e mettersi in gioco, pur mantenendo l’anima che li contraddistingue. Le liriche sono uno dei punti di forza della band: toccano le corde dell’animo umano. In poche parole, una delle migliori realtà odierne del Metal melodico.