Ci sono voluti trent’anni per arrivare ad avere un nuovo album dei Possessed, il terzo della loro tormentata carriera. Tra cambi di lineup, scioglimenti, reunion e tragedie personali, la band capitanata dall’inossidabile Jeff Becerra ce l’ha finalmente fatta a consegnare ai fan un disco di puro death metal vecchia scuola che trasuda rabbia e voglia di riscatto da ogni nota.
Dopo la breve intro “Chant of Oblivion“, si viene subito catapultati all’inferno tra le notte di “No More Room in Hell“. La canzone in questione è un pugno in faccia che mette subito in chiaro cosa aspettarsi per i prossimi cinquanta minuti. “Dominion” vede Becerra flirtare con dei toni semi puliti che ricordano in parte alcune tonalità espresse da Ron Rinehart dei Dark Angel in “Time Does Not Heal. Le successive “Damned” e “Demon” scorrono sempre sul binario dell’aggressività sonora sotto il comando di Emilio Marquez che martoria senza pietà la sua batteria. Da menzionare la prestazione di Becerra che in “Demon” regala una prova molto teatrale che dona pathos al brano. Tra una rasoiata e l’altra i pezzi scorrono a una velocità impressionante e in men che non si dica ci si ritrova alle battute finali con “Graven“, brano introdotto da delle campane sinistre che vengono presto coperte da un riff che non lascia prigionieri. Questo “Revelations of Oblivion”, musicalmente parlando, si chiude quindi con la stessa furia con la quale si è aperto. L’ultima traccia “Temple of Samael” è infatti un’outro di quasi due minuti.
Il disco nel complesso scorre liscio riversando blasfemie e colate incandescenti di metallo con un’attitudine squisitamente old school che non può non rimandare all’immediatezza che aveva una volta questo genere. Più volte ascoltando questo “Revelations of Oblivion” mi sono ritrovato a pensare alla rabbia e alla malvagità di un’altra perla del death metal come “Altars of Madness”. L’impressione è che Possessed siano rimasti fermi a fine anni ’80 e, in questo caso, si tratta di un enorme valore aggiunto per l’album. I pezzi che compongono questo “Revelations of Oblivion” non sono di facile digestione sebbene siano abbastanza dritti: serviranno più ascolti per iniziare a farli propri poiché il disco cresce con gli ascolti, ma questo non va a influire troppo sulla qualità dell’album. Questa gemma death metal non è per tutti e non vuole piacere a un ascoltatore casuale. A fine ascolto non si può non rimanere soddisfatti dalla brutalità e dalla genuinità di questo album e dello stesso Jeff Becerra che, nonostante il passare del tempo, continua a vomitare blasfemie e malvagità come in passato fregandosene altamente di piacere o non piacere a un pubblico più ampio. Bentornati Possessed!