A cinque anni di distanza da un debutto incolore, incapace di lasciare il segno, quale “Walk Through Exits Only”, è giunto il momento di accogliere la seconda fatica dei Philip H. Anselmo & The Illegals, “Choosing Mental Illness as a Virtue“, dalla quale ci aspetta una produzione in grado di far ricredere dopo il passo falso iniziale. In questo progetto lo storico leader dei Pantera può vantare la collaborazione con musicisti esperti e validi, tra i quali Jose Manuel Gonzales alla batteria e Stephen Taylor alla chitarra, sono già membri di un altro gruppo capitanato dal celebre cantante, i Superjoint.
I Nostri partono col piede giusto grazie a “Little Fucking Heroes“, la quale si presenta come una traccia completa, potente e convincente, pur non risultando molto complessa, con Anselmo capace di fare fin da subito una buona figura, nonostante non sia più quello dei tempi d’oro.
Stilisticamente parlando continuando l’ascolto non si notano grandi differenze, i vari brani si differenziano tra loro semplicemente per qualche dettaglio, ma proseguono tutti nella stessa strada, trasudando cattiveria e rabbia continuamente, con riff d’effetto alternati a qualche parte pulita presente in certi frangenti, per poi tornare a colpire ancora più forte di prima.
Questa velata monotonia risulterà il difetto più consistente della produzione, facendo calare l’attenzione negli ultimi pezzi e andando a influire negativamente sul giudizio.
C’è da dire, però, che prendendo in considerazione le singole composizioni si possono trovare molti spunti interessanti, come nell’aggressiva “Utopian” o in “Photographic Taunt“, alternati a canzoni piatte e poco convincenti quali l’ambiziosa “Individual“, capace di farsi apprezzare solo in parte.
Malgrado l’andamento altalenante del disco, ciò che soddisfa è la voce di Phil Anselmo, da molti considerato come finito, ma capace di dimostrare come abbia ancora qualcosa da dire, con la sua rabbia e cattiveria che lo caratterizzano.
“Choosing Mental Illness as a Virtue” è un disco discreto e ascoltabile, il quale contiene passaggi validi e degni di nota, che però non riesce a colpire in modo particolare e delude parzialmente le aspettative che ci si poteva fare su di esso.