Partiamo dal presupposto che conosco questo album sin dall’anno che uscì (1996) e che ricordo fu uno dei dischi da cui non mi riuscivo a separare. In un momento in cui mi cimentai in gruppi come Deicide, Suffocation, Behemoth, furono proprio loro la prima band Black Metal che ascoltai. Riascoltandolo oggi, dopo tanto tempo, posso affermare che questo “Kark” non ha perso minimamente colore in tutti questi anni e rispolverarlo è come cimentarsi in un nuovo disco del 2017, visto il suo suono sempre recentissimo. I Perished mi hanno colpito enormemente sin da subito per il loro stile inequivocabilmente Symphonic che, a differenza di tanti altri dischi, non ha bisogno di essere pesante come un macigno per far esplodere tutta la sua potenza strutturale/tecnica/compositiva. Ovviamente oggi siamo abituati decisamente ad ascoltare molto di più estremo. Roba come Dimmu Borgir, Emperor e And Oceans è distante anni luce da progetti del genere, ma ciò che differenzia il black metal dell’annata 1990 da quello di oggi è proprio questo: prima riusciva ad essere brillante e senza compromessi anche senza troppa doppia cassa e batteria sparatissima (obbligata in tutte le tracce), adesso gli usi di essa sono fin troppo di legge e a volte stancanti. Questo è un disco black metal “of the 90’s” che rievoca il Symphonic ed anche strizzate d’occhio al Pagan Black Metal su certi aspetti. Ciò che prevale in questa perla indimentabile sono le parti di pianoforte che arricchiscono la varia componente strutturale dei brani, condita da una voce che rievoca proprio gli spettri del passato, con sterzate di batteria in blast da un momento all’altro e non troppo prolungate, lasciando pieno spazio alla melodia che permane su tutto il disco senza risultare mai ripetitiva. Fortunatamente adesso abbiamo la possibilità di far conoscere questa splendida band – troppo underground ancora al giorno d’oggi – con questa ristampa di questo gioiellino arricchito di bonus track tratte dal loro EP (limitate solo per le prime 500 copie) che solo i veri blackster e amanti delle sonorità dei ’90 non possono perdersi. Obbligo personalmente chi non li conosce, ad iniziare il loro cammino “Perished” da questo disco. Sentirete suoni, specialmente di batteria e chitarra, che per certi versi rievocano i Carpathian Forest, Trelldom e ciò che ha reso il black metal “per molti ma non per tutti”. Non mi sento personalmente di soffermarmi su delle tracce in particolare, perché in fin dei conti il disco scorre velocissimo (nonostante le tracce che lo compongono non siano di poca durata). Solamente una precisazione: premete “play” e troverete fin dai primi secondi una chitarra acustica e un violoncello sublime, che vi accompagneranno nel magico mondo di “Kark”. Siate prudenti, potrebbe inizialmente sembrare un mondo epico, ma potreste ritrovarvi con i piedi incollati nell’inferno.
Matteo Ferro
Classe 1980 e da quel momento.. parola d'ordine PURE F****NG DEATH & BLACK! Aperto a tutto.. purchè sia bastardo e potente! In Metalpit da Agosto 2017
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