Il 2019 segna il ritorno sulle scene degli OOMPH!, band tedesca che mescola sapientemente Rock, EBM e New Wave per creare quel suono granitico e compatto che ha influenzato i più blasonati Rammstein. Tra le due band le similitudini dal punto di vista musicale sono abbastanza evidenti. La proposta musicale degli OOMPH! infatti si basa su riff potenti fusi con inserti elettronici, ritmi marziali e liriche in tedesco. “Ritual” è il tredicesimo album della band guidata da Dero e, musicalmente parlando, è il sunto perfetto di quanto detto sopra.
Il disco si apre con il pezzo migliore del lotto ovvero “Tausend Mann und ein Befehl“, canzone con un ritornello anthemico e che mette in mostra il lato più rock dei Nostri. Come già anticipato, le similutidini con i Rammstein si sprecano e a confermare ciò ci pensano le successive “Kein Liebslied!” e “Trümmerkinder“, quest’ultima ricorda inizialmente proprio “Links 2,3,4” dei Rammstein. In questi due pezzi scanditi da ritmi marziali, Dero al microfono si immedesima proprio in Till Lindemann tanto che a volte ci si chiede chi stia effettivamente cantando. Altro pezzo interessante è “TRR-FCKN-HTLR“, canzone che sembra uscita da “Sehnsucht” dei Rammstein. L’album si chiude con la rockeggiante “Lass’ Die Beute Frei” e la semi-ballad dalle tinte epiche “Seine Seele“.
“Ritual” nel complesso è un album leggero e piacevole da ascoltare. I pezzi al suo interno infatti sono compatti e non annoiano, tanto che a fine disco la tentazione di farlo ricominicare è forte. Questo è merito anche della varietà che c’è nella proposta degli OOMPH!; sebbene le somiglianze (più o meno volontarie) con i Rammstein siano evidenti, i Nostri hanno comunque un sound più leggero e variegato sotto certi punti di vista. Non mancano infatti i ritornelli dalle tinte epiche che sembrano studiati per essere cantati dal vivo, o gli inserti melodici sparsi un po’ ovunque. Emblematica di quanto appena scritto è “Phoenix aus der Asche“. Se siete fan dei Rammstein e volete rendere l’attesa del nuovo album più dolce, questo “Ritual” fa sicuramente al caso vostro, idem se apprezzate le sonorità dei vari gruppi che hanno fatto del cantato in tedesco e dei chitarroni arroganti il loro trademark, tipo i Nachtblut.