“Womb” è l’album di debutto dei Noise Trail Immersion, gruppo torinese attivo dal 2013 e con alle spalle l’EP S\T del 2014.
Per dirla a modo loro, suonano “8 strings blackened chaos”. La definizione ci sta tutta, ma nella peggiore accezione possibile ed immaginabile.
L’abum parte male con un trio di pezzi non proprio entusiasmante. Superfluo l’intro “Border” (fortunatamente non troppo lungo) fatto di rumori e growl anonimi in secondo piano. Dopo un incipit di Dillingeriana memoria anche “In Somnis” non prosegue proprio benissimo, alternandosi tra passaggi djentileschi e aperture da classica nenia black che un po’ si ripetono incespicando, sormontati da chitarre dissonanti al limite della fastidiosa ripetitività.
Già “Placenta” dimostra con la sua iniziale carica bombastica che i nostri ci sanno fare, alternando sfuriate black a momenti più deathcore.
Dopo quell’irrilevante e tendente all’infinito parentesi da morte per sonno che è la titletrack “Womb” (ambient che tenta vanamente di angosciare con voci sussurrate) è il turno dell’interessante attacco deathcore-dissonante di “Organism“. La traccia, quasi anthemica nel suo incedere, è collegata nel finale con la successiva “Hypnagogic” che potremmo definire come una interessante coda nervosa e marziale della precedente.
Tutto l’album sembra però cadere nella ripetitività ed essere privo di qualcosa. In particolar modo una voce convincente. Lo strazio è tale che nei momenti in cui la voce viene seppellita dagli strumenenti ci si chiede perché di grazia non sia stata esclusa dal missaggio finale del disco. Ne è un valido esempio l’interessante sfuriata iniziale di “Tongueless“, purtroppo rovinata nel finale atmosferico dalla voce pulita.
Quel qualcosa che manca sembra fortunatamente emergere nella finale “Birth“. L’aura prima malinconica e solenne, poi rabbiosa ed epica accompagnata dai detriti atmosferici, ridondanti ed elettronici si intrecciano ad una furia finalmente ispirata. Ci si augura che questa traccia conclusiva possa essere una dichiarazione di intenti dalla quale i nostri attingeranno a piene mani per le prossime pubblicazioni.
I Noise Trail Immersion sono sicuramente precisi e tecnicamente preparati, ma non sembra che per “Womb“ abbiano combinato al meglio il loro repertorio mathcore, djent e black, anzi: i pezzi sono prolissi e un po’ ripetitivi, non restano in testa e non v’è grande voglia di riascoltarli.
In conclusione, e considerando anche l’EP precedente, in passato non hanno fatto di meglio ma il missaggio li salva.