Attivi dal 2007, gli Oh Hiroshima sono attualmente una delle band emergenti più in voga nel panorama Post-Rock internazionale. Gli svedesi, infatti, hanno ottenuto un notevole seguito dopo la pubblicazione del secondo album, “In Silence We Yearn“, che li ha fatti comparire anche nel radar della Napalm Records. Dopo aver firmato un contratto per l’etichetta austriaca, i Nostri si trovano oggi a debuttare per essa con le sette tracce di “Oscillation“, le quali potrebbero mettere in mostra il definitivo salto in qualità per la band, i cui componenti hanno sicuramente aspettative molto alte su di esse.
In apertura è posta “Neu“, traccia che con i suoi giri di chitarra col delay ci mette molto poco a creare un’atmosfera suggestiva e sognante; col passare dei minuti l’intensità del pezzo sale e anche nei momenti più vigorosi i Nostri riescono ad aggiungere elementi capaci di non alterare eccessivamente l’aura eterea, bensì riescono a renderla più carica e varia.
Delle note di pianoforte costituiscono l’introduzione della lunga “A Handful of Dust“, la quale successivamente si dimostra calma e cadenzata. Il finale, affidato esclusivamente alla parte strumentale, dimostra la validità degli svedesi nel catturare costantemente l’attenzione dell’ascoltatore, nonostante la proposta non punti molto sulla varietà ma segua nel migliore dei modi i canoni tipici del genere. Ritmiche che entrano subito in testa, successione tra i vari riff mai banale e sempre di livello, parti cantate inserite in pochi frangenti e sempre con consapevolezza: questi gli ingredienti di un disco ben costruito come “Oscillation” e l’esempio della sua qualità si può trovare in “Simulacra“.
Avvicinandoci alla fine del lavoro l’attenzione si concentra ulteriormente sugli intrecci tra chitarra e basso, specialmente nella breve e strumentale “Darkroom Aesthetic” e nella conclusiva “Molnet“.
In conclusione, possiamo dire che il definitivo salto di qualità citato in precedenza sia arrivato da parte dei Nostri e col presente che è già di ottimo livello, la fiducia sul futuro del gruppo svedese è consistente. Atmosfere malinconiche ma anche sognanti, che catturano nella loro semplicità e fermano, apparentemente, il tempo; se queste caratteristiche vi attirano, “Oscillation” potrebbe fare sicuramente al caso vostro. Seguendo la strada già percorsa da formazioni come gli australiani Sleepmakeswaves, gli Oh Hiroshima sono riusciti a realizzare un album capace di avvicinarsi alle vette più alte del Post-Rock degli ultimi anni.