Dai meandri più tetri e angusti dell’underground veneto arrivano gli Odiosordo, che non si servono di mezzi termini per presentarsi, travolgendo fin da subito con il loro debutto intitolato “Con Il Buio Nel Sangue”. Tre quarti d’ora di rabbia ma non solo: l’approccio irruento della formazione nostrana non si limita all’aggressività: ciò che caratterizza la loro proposta sono i momenti più ragionati, che mettono in mostra un contatto più profondo e personale con la musica e con l’ascoltatore. In questo modo il terzetto colpisce non solo per la violenza, ma anche per un messaggio freddo e distaccato, che si avvicina al nichilismo.
Pronti, via. Dopo una breve introduzione, il crescendo furioso di “Il Risveglio” mette subito in chiaro le cose. Si sentono le ritmiche tipiche dell’hardcore accompagnate da rimandi al black metal più radicale, con il cantato in italiano che caratterizza ulteriormente la produzione. È chiaro come il lavoro dietro a ogni brano sia stato meticoloso, senza alcuna scelta affrettata, d’altronde la band ha lavorato per ben tre anni per realizzare il proprio debutto, vista la formazione risalente al 2016, e il risultato finale non fa sentire lo spettro dell’inesperienza che altre formazioni alla prima prova in studio potrebbero rendere più evidente.
“Avanzi Irrequieti” riesce nel compito non banale di alternare con saggezza delle parti in pulito alle sfuriate di pura cattiveria. In questo pezzo, e non solo, sale in cattedra anche un senso di rassegnazione e di accanimento nei confronti dell’umanità che si può percepire dal testo:
Crepe d’ingordigia, letale è il contagio, siamo solo avanzi irrequieti morenti di disprezzo
non sono parole semplici da digerire e da interpretare, e questo estratto è solo un minimo esempio del messaggio della band. Anche grazie a questo fattore si comprende come le composizioni del terzetto veneto non siano possibili da giudicare in modo rapido e istintivo, essendo molto più di semplice violenza.
Si continua con “Nell’Aldilà Dei Vostri Giorni” e “Senza Promessa”, brani dai tratti più cadenzati, per poi passare al passaggio più curioso di tutto il lavoro: “Elisabeth”. Questo pezzo si presenta come un intermezzo contenente un estratto dal film “Persona” di Ingmar Bergman, ed è un connubio tra angoscia e introspezione che fa calare ulteriormente nell’atmosfera creata dal gruppo.
Nelle ultime composizione torna in primo piano la violenza, aiutata dalla consapevole unione delle varie componentistiche che caratterizzano questo lavoro, con i Nostri che successivamente ci regalano anche un lungo pezzo conclusivo dalle tinte dark ambient.
“Con Il Buio Nel Sangue” è un disco espressivo, multiforme e sorprendente nella sua natura di debutto. La scena hardcore italiana (contaminata o meno da elementi black metal come in questo caso), è ampia e piena di esponenti degni di nota, e la formazione veneta col tempo potrebbe esser nominata sempre più spesso insieme ai nomi di alcuni connazionali. Il potenziale c’è, ci è stato assicurato da questo album, ed è sostenuto dal forte approccio personale messo in gioco dal terzetto, che dona alle composizioni un tocco caratteristico. Ora non ci resta che sperare in un futuro in cui l’atmosfera buia degli Odiosordo assuma sempre più intensità.