New entry nel panorama musicale power metal sono gli scandinavi Nibiru Ordeal, formatisi nel 2006 ma che hanno debuttato col loro primo full-lenght “Solar Eclipse” il 15 Novembre 2019, raccogliendo i brani composti nel periodo 2006-2015, ed anticipando il lavoro col video di “Demons & Angels”. Oltre a due facce nuove del panorama, Mirko Byman alla chitarra e Pekka Laitinen alle tastiere, troviamo tre facce già note: Andi Kravljaca alla voce (ex- Seventh Wonder, Thaurorod), Jussi Pulliainen al basso (Northern Genocide) e Vili Härkönen alla batteria (Brainthrash).
Chiara come il sole è l’ispirazione che questa band trae da pilastri del power metal come Stratovarius ed Helloween (forse un po’ troppo ad essere sincera) sin dal primo minuto di “Gone With The Wind”. Certo, la voce di Andi Kravljaca non rivaleggia assolutamente con quella di Kotipelto, anzi all’inizio non mi convinceva granché, devo ammettere. Il comparto musicale è decisamente preparato e capace, ma nella produzione risulta sottotono; peccato davvero perché con un po’ di spinta in più, brani come “Spacebeast” sarebbero saliti ad un livello ben superiore, anche grazie ad un bel lavoro di doppio pedale. Con “Icon 21” ci spostiamo finalmente su influenze un po’ più moderne (sto pensando agli Unleash The Archers, per intenderci), e la voce di Andi comincia finalmente a convincermi.
Ed eccoci arrivati finalmente alla power ballad: sarà che ho un debole per questo genere di canzoni, ma “Namida’s Tear” mi è piaciuta moltissimo. Musicalmente è molto semplice e lineare, ma trovo che qui la voce di Kravljaca venga finalmente utilizzata al meglio, ovvero con tonalità più basse di quelle usate sin’ora. “Vortex Of The Dead Galaxies” è il brano più lungo dell’album, 13 minuti, ed ha un carattere decisamente più improntato sul progressive, creando in via esclusiva un’atmosfera decisamente interessante. Parte in quarta l’ultima traccia, nonché title-track dell’album, “Solar Eclipse”: un’ottima conclusione per questo album, l’ho trovata musicalmente e tecnicamente migliore delle precedenti, con un bell’incastro tra le parti più calme e quelle più spinte.
Nel complesso definirei “Solar Eclipse” un buon debutto per i Nibiru Ordeal, anche se penso che Kravljaca debba lavorare ancora un po’ per sfruttare al meglio le sue doti canore, senza dover per forza arrivare troppo in alto quando invece se la cava decisamente meglio con tonalità inferiori. Una pecca non trascurabile è però quella di avere una produzione sì pulita, ma che risulta troppo vuota: in quasi tutte le canzoni manca quel “qualcosa” che possa renderle più corpose, qualcosa che faccia emergere l’energia che caratterizza le canzoni power metal. Insomma, vogliamo pomparle per bene queste canzoni o no?! Critiche ed appunti tecnici a parte, diamo a Cesare quel che è di Cesare: “Solar Eclipse” è un trampolino di lancio niente male per questa band, che credo e spero possa migliorare e trovare uno stile musicale più personale e meno “copia e incolla” di band storiche.