I NAAT sono una band genovese formatasi nel 2014, che vede i suoi componenti provenire da altri gruppi italiani quali Antea, Lilium e Stone Smokers; il genere che ci propongono con questo nuovo progetto è un Post Metal strumentale con forti influenze Doom e Sludge.
L’omonimo album è formato da 7 tracce, per un totale di circa 40 minuti; in questo tempo c’è un enorme susseguirsi di suoni distorti e puliti, chiaramente senza mai l’accenno di una voce. Nonostante questo renda l’album molto interessante, poichè si possono seguire e intuire le singole influenze del gruppo e si possono ascoltare con precisione tutte le sfumature degli strumenti, trovo sia molto difficile non cadere nel baratro della noia. Infatti, a partire da “Vostok“, la prima traccia, si sente subito la mancanza di un testo, o comunque di qualcosa che possa smuovere un po’ la ripetizione infinita dello stesso riff.
Abbiamo poi due tracce da due e tre minuti ciascuna, “Temo” e “Bromo“, degli intermezzi che sembrano creare un’atmosfera ‘apocalittica’ (come suggerisce la copertina), arricchendo l’album e mettendo in pausa per un attimo i suoni aggressivi che circondano l’ascoltatore durante il resto del tempo.
La vera potenzialità di questo gruppo, però, si ritrova nell’ultima traccia: “T’mor Sha“; un pezzo pieno di sfaccettature, un riassunto di tutte le canzoni precedenti e una sintesi di quello che sono i membri del gruppo.
I suoni sono assolutamente adatti e il missaggio rende giustizia alle sensazioni che vogliono trasmettere le melodie di ogni canzone; gli strumenti sono ben distinguibili, il basso vibrante, la chitarra distorta, la batteria secca e decisa.
In conclusione i NAAT, con quest’album, non hanno fatto niente di particolarmente tecnico nè originale, ma le idee sono buone e sarà opportuno mantenere un occhio su di loro, in vista di un qualche prossimo lavoro che magari li vedrà più cresciuti.
Se siete curiosi di ascoltare l’album, qui la loro pagina Bandcamp!
NAAT – NAAT
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