Solo un anno fa usciva il buon “The Great Deceiver“, album con cui Mortiis ha voluto cominciare un’Era 0 della sua produzione, più orientata all’Industrial dai tratti elettronici. Solo un anno è passato, ma il nostro imprevedibile artista ha subito deciso di pubblicare, il 21 aprile 2017 per Omnipresence Productions, una raccolta di ben 28 rimaneggiamenti/remix delle canzoni contenute nell’album sopracitato, denominata “The Great Corrupter“: due CD nei quali grandi nomi della scena electro-industrial hanno, di fatto, ‘corrotto l’ingannatore’. Tra gli artisti coinvolti si annoverano Godflesh, Die Krupps, In Slaughter Natives, Rhys Fulber, Godflesh, Chris Vrenna, John Fryer, Prurient, Apoptygma Berzerk, PIG e altri ancora. Un lavoro impegnativo e mastodontico, insomma, nell’attesa della pubblicazione del nuovo album di inediti.
Nella sostanza, la raccolta può essere suddivisa in tre parti, ovvero nei remix che mantengono le canzoni originali pur dando loro un nuovo appeal, i remix più marcatamente orientati all’elettronico e alla pista da ballo, più alcuni mix originariamente prodotti da Chris Vrenna ma che poi sono stati sostituiti da quelli che possiamo ascoltare nel prodotto finito “The Great Deceiver”. In quest’ultimo caso assistiamo a una storia alternativa dell’album, con una batteria più marcata e un’effettistica più invasiva, migliore nei volumi ma forse un po’ dispersiva (vedere per esempio “Demons Are Back“).
Dopo l’ascolto di questa raccolta della durata di quasi due ore e mezza, però, è soprattutto una domanda a emergere nella mente dell’ascoltatore: ne avevamo davvero bisogno? Chi infatti ha acquistato “The Great Deceiver” non troverà particolare piacere nell’ascoltare tre remix differenti dello stesso pezzo, troverà una ridondanza che semplicemente lo fiaccherà nell’animo. “The Great Corrupter” mi sembra pertanto più un prodotto per fanatici (vedi discorso sui mix alternativi di Vrenna), oppure per gestori di locali electro-pop-EBM-industrial che vogliono mettere in cassa qualcosa di aggressivo ma senza accentuare la vena metal.
Personalmente, non acquisterei mai un prodotto di questo tipo, e ciò motiva l’insufficienza che assegno a Mortiis. Una raccolta troppo lunga, che stanca, che non suscita particolare interesse. Devo comunque sottolineare che “The Great Corrupter” resta un lavoro ben prodotto, e il fatto che a me non susciti interesse è forse dovuto al target di riferimento della raccolta (oserei dire una nicchia). Per questo motivo l’insufficienza non vuole essere un castigo ma una blanda indicazione su cosa aspettarsi da questo album. Gli appassionati di certi tipi di attività e sonorità potranno certamente gradirlo ed essere in disaccordo con la valutazione sin qui espressa.