Febbraio 2017 segna un grande ritorno nella scena death metal mondiale, quello dei Morta Skuld, che con il loro nuovo “Wounds Deeper Than Time” (in uscita a breve) ritornano a colpire a suon di riff distorti dopo ben vent’anni (infatti, il loro precedente album in studio, “Surface”, risale al 1997).
La band si è formata nel 1990, e fin da subito ha intrapreso la strada del death metal. Tra il 1993 e il 1997 hanno pubblicato quattro album, per poi scogliersi nel 1998.
Dal 2012, anno del loro ritorno, non hanno pubblicato alcun materiale inedito, se non un EP, “Serving Two Masters”, nel 2014, e da questo si capisce ulteriormente quanto si può essere incuriositi dalla prossima uscita.
La band pubblicherà il disco attraverso Peaceville Records, etichetta con la quale ha già collaborato per pubblicare i suoi primi lavori. La copertina, ideata da Patrick Kachellek, risulta accattivante e ben collegata al titolo.
Ma passiamo all’album in sè.
La domanda che mi son fatto prima di ascoltare anche solo un secondo dell’elaborato è stata: “Riuscirà la nuova formazione (capitanata sempre da Dave Gregor, fondatore della band ed unico membro originario rimasto) a ritornare ai celebri risultati raggiunti dalla precedente?”
Dopo un solo ascolto la risposta è chiaramente positiva, fin dalla prima “Breathe In The Black” si viene travolti da un riffing pesante, brutale e distruttivo; con quel tocco di old school che contraddistingue i Morta Skuld e rimane sempre presente in ogni loro canzone, nonostante il metal estremo si sia evoluto parecchio nell’ultimo ventennio, senza mai risultare ripetitivo o monotono. Anzi, tutt’altro che monotono, delle nove canzoni presenti nella tracklist, ognuna fa storia a sè.
Le tracce che si fanno notare di più, sono “Against The Origin” e l’omonima dell’album, “Wounds Deeper Than Time“, rispettivamente quarta e sesta nell’ordine, che rendono al meglio ciò che è stato già detto riguardo lo stile della band.
Altra cosa degna di nota, sono gli assoli di chitarra ben spartiti tra i 42 minuti totali, che evidenziano le capacità tecniche della formazione, la quale è stata definita da Gregor come la migliore che la band abbia mai avuto.
Ritorno molto soddisfacente, quindi, quello dei Morta Skuld, con un disco che ha tutti i requisiti per avere successo e garantire al quartetto un ulteriore seguito.
MORTA SKULD – Wounds Deeper Than Time
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