I MHÖNOS sono un progetto nato nel 2009 per opera del mastermind ed unico componente Frater Stephane, artista francese tanto oscuro quanto lo è la musica presentata in questo “Miserere Nostri” (originariamente uscito nel 2010 e ristampato in CD appena tre mesi fa). Fin dai primi secondi ci si rende conto che la proposta musicale non è delle più semplici da assimilare: si tratta infatti di un drone/doom sofferto, senza il minimo accenno di percussioni e dal carattere ripetitivo e ritualistico. I riff, se così possiamo definirli, si susseguono con pachidermica lentezza, trasponendo in musica tutto ciò che una mente turbata può nascondere nel profondo: paure, disagi, fantasmi e quant’altro, in cui l’ascoltatore viene immerso per tutta la durata dell’opera senza soluzione di continuità se non nei minuti finali di Introitus.
Non si può parlare di melodia nelle linee vocali, con il parlato di Frater Stephane che assume connotati funerei alternati a sezioni che richiamano molto il canto gutturale dei monaci tibetani (e formazioni molto particolari come i russi Phurpa) nei brani Introitus e Communio. Le chitarre ed il basso trascinano il tutto in un vortice cupo ed opprimente, con dei sintetizzatori che fanno capolino nella già citata opener per poi assumere un ruolo più importante in Offertorium, terza delle quattro tracce del lotto.
I 40 minuti e spiccioli scorrono in maniera sorprendentemente facile, se messi in relazione al genere suonato: soprattutto chi è abituato a sonorità simili non avrà alcuna difficoltà ad ascoltare da cima a fondo quest’opera. Inutile parlare di suoni buoni o cattivi, siamo davanti ad una produzione che semplicemente è ideale e funzionale alla proposta musicale.
Un’opera che, pur essendo il debutto discografico per questo progetto, non sfigura di fronte a nomi più conosciuti e blasonati e che ci mette voglia di approfondire ulteriormente i disagi espressi in musica dall’artista francese.