MEMORIAM – To The End

by Matteo Ferro

Parlare dei Memoriam è come aver letto un libro di 40000 pagine e doverne fare un riassunto in poche frasi per lo spazio disponibile. Di cose da scrivere ce ne sono tantissime e tutte decisamente e sentitamente positive. La formazione britannica è nata nel 2016, dopo lo scioglimento (in seguito alla morte del batterista Martin “Kiddie” Kearns), dei seminali Bolt Thrower. Il combo, costituito da Karl Willets (Bolt Thrower) alla voce, Frank Healy (Benediction, Cerebral Fix) al basso, Scott Fairfax (Cerebral Fix) alla chitarra e Andy Whale (Bolt Thrower) alla batteria, ha dato vita ad un nuovo mostro del metal estremo senza precedenti. Amando da sempre i Bolt Thrower, ai tempi, decisi tramite Metalpit, di prendermi in carico i loro due  “Hellfire Demos”, che successivamente dettero vita al loro primo full lenght “For The Fallen” (ancora oggi lo reputo uno dei dischi old school più belli degli ultimi tempi). Più avanti, visto le soddisfazioni e le recensioni positive riscontrate, i nostri Memoriam non si sono mai risparmiati, regalandoci altri due gioielli dal nome “The Silent Vigil” e “Requiem For Mankind”, di grande impatto e violenza. Ma eccomi all’ascolto del nuovo lavoro: Ragazzi, la fiamma Death Metal prettamente OLD SCHOOL vige e brucia ancora, ancora come una volta, come in quegli “Hellfire Demos” che fortunatamente mi regalarono un salto indietro nel tempo e delle sonorità indelebili.  Il sound riporta davvero al Death più marcio e sudicio anni 90, con ovviamente una potenza e una chiarezza sonora limpidissima, che non lascia perdere punti ne ammorbidisce questo nuovo diamante. La partenza dell’album è forse meno potente dei soliti “Crash opening”, può risultare sotto tono, ma andando avanti si percepisce che il tutto è studiato a tavolino solamente per preparaci al massacro. Fate come volete, ma per chi è abituato a certe sonorità è alquanto impossibile non scovare l’anima e il tiro dei Bolt Thrower in queste tracce. Una in particolare: “Failure To Comply” che sembra uscita da “War Master” (Bolt Thrower Album), ma ovviamente come ho detto precedentemente, ha un sapore diverso per i suoni più puliti e curati. Di band che possono rievocare queste bestie sono molteplici, come per certi versi i Morbid Angel, i Benediction, e tutti i migliori del campo Old School e Death Metal in generale. Ascoltare tali sonorità, ti da l’opportunità di tornare ai tempi andati, allo stoppare il tempo e servirsi di un solo unico rewind per tornare ad essere i ragazzi ribelli e mal visti per le t shirt che indossavamo (io ancora oggi) e il chiodo di pelle con borchie. Aggressività e brutalità non mancano, ma come ogni deathster vuole, un cambio di connotati vige in modo determinante: “Each Step (one closer To the grave)”. Questa pietra preziosa porta alla luce (se così si può dire) il lato più catacombale e lento della band. Un brano che sfiora il doom, con una voce sempre dal fortissimo impatto sonoro e con chitarre pesanti come macigni, che se chiudiamo gli occhi rievocano anche le copertine dei bei tempi. Quelle di gruppi death e underground in bianco e nero, dal sapore di marcio già dalla veste grafica. Il vecchio suono, il vecchio modo di esporsi, l’animo brutale e estremo, il vecchio death… i Memoriam! Ditemi se l’inizio di “Vacant Stare” non vi ha rievocato il mood dei Death di Chuck Shuldiner di “Spiritual Healing” ?!,  con una chitarra assolata che prosciuga tutte le nostre sensazioni, pensieri e tristezze e le trasporta in una partenza generale da spacca timpani. Questo è il tipo di disco che un neo metallaro estremo dovrebbe ascoltare per capire (oltre alle indelebili releases dei tempi e a tante importanti anche del giorno d’oggi) il genere, da dove parte tutto, da che sapore avevano i suoni, che oggi abbiamo visto (e ascoltato) modificarsi in modo determinante e potente, sfociando anche in connubi “fuori stile”, che per chi ha azzardato tali manovre, ne ha fatto fortuna e generato svariati sottogeneri. Il Death è questo, che poi si tramuti in Brutal, Technical, Progressive o quel che volete… le basi sono queste. Ecco i Memoriam, una band con degli album che delle basi death ne hanno fatto tesoro e una perfetta forma di vita. Grandi, gran bel ritorno, come sempre!

Tracklist:

01 Onwards into Battle
02 This War is Won
03 No Effect
04 Failure to Comply
05 Each Step (One Closer to the Grave)
06 To the End
07 Vacant Stare
08 Mass Psychosis
09 As My Heart Grows Cold

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