MAYHEM – Atavistic Black Disorder / Kommando

by Luca Gazzola

I Mayhem non sono certo uno di quei gruppi che ha bisogno di molte presentazioni, trattandosi di una band black metal storica, nata a Viken nell’ormai lontano 1984 ed esorditi due anni dopo con il demo Pure Fucking Armageddon. Da allora sono saltati alla ribalta con 6 full lenght, 4 EP e 17 tra compilation, live album e split, ma anche con azioni discutibili o folli fatte al di fuori dei palchi, come il celebre episodio di fotografare l’ex cantante Dead appena suicidatosi e mettere la foto nell’album Dawn of the Black Hearts, per poi fare con i pezzi del teschio dei ciondoli che penzolarono ai colli di Hellhammer (batterista dal 1988) e Euronymous (chitarrista e cantante dal 1984, ma non fondatore). Si tratta di black metal classico, da cui si sono ispirati diversi gruppi (Emperor, Darkthrone), con chitarre pesantemente distorte, ritmi pestati sia nei blast sia nei lenti grazie ad una batteria di spessore e ad un’atmosfera cupa e maligna anche grazie ad una voce gracchiante che si può ritrovare in Burzum et simila. Si tratta di un EP pestato e brutale, composta da 7 brani (di cui 4 cover) di una durata variabile dal minuto abbondante ai 6 minutio scarsi, per una durata complessiva di 23 minuti circa.

Tra i pezzi rilevanti:

  • Voces ab Alta: primo pezzo dell’album. Si tratta del brano più lungo, con una combinazione gradevole tra parti lente da doom e parti pestate, il tutto su una base black che rimane costante. Uscito come singolo a giugno, trattasi di un inizio davvero notevole.
  • Hellnation: quinto brano. Tra questa e Commando si tratta dei brani in cui i Mayhem sono praticamente irriconoscibili, eseguendo i brani alla lettera ma con il proprio repertorio di suoni. Una parte di EP piuttosto ristretta (7 minuti circa) è composta da cover, tutti brani piuttosto corti per non mettere in ombra i primi tre inediti, ma non deve preoccupare dato che anche in Deathcrush ce ne sono. È curiosa la scelta del genere per le cover, ma non farà inorridire i fan delle band da cui sono state prese le canzoni.

Rispetto alle opere precedenti lo stile e la brutalità che li contraddistingue non si sono stemperati o deviati verso altri generi, rimanendo uno dei capisaldi del black metal norvegese e dimostrando che hanno ancora qualcosa da dire ai fan. Non esattamente l’EP giusto da mettere in macchina quando porti i genitori dal medico, ma le cover finali aiutano a stemperare un inizio pesantissimo, ma senza snaturare del tutto il disco.

Tracklist:

01-Voces ab Alta

02-Black Glass Communion

03-Everlasting Dying Flame

04-In defence of our Future

05-Hellnation

06-Only Death

07-Commando

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