“Between Land and Sky” è il vero e proprio album di debutto dei finlandesi Marrasmieli, seguito all’omonimo EP di due canzoni uscito nel 2018. Marrasmieli letteralmente vuol dire “mente morente”, morte che non ritroviamo assolutamente in questa mezz’ora di ascolto, anzi.
I primi 49 secondi di introduzione sembrano quasi trasportarci in riva al mare, in un’atmosfera serena data da suoni di onde e soavi flauti, serenità che viene presto interrotta bruscamente dal blast beat di “Embrace the Eternal”, la sferzata di energia della prima vera e propria canzone, tuttavia entra in scena anche una traccia melodica che mantiene l’illusione di trovarsi in un paesaggio etereo e selvaggio. Qui incontriamo anche la voce di Nattvind caratterizzata da una sonorità grezza e dura che non stona ma bilancia perfettamente la linea melodica e paganeggiante di base.
La durata della canzone avrebbe potuto portare con sé il rischio di annoiare, invece 7 minuti passano veloci e senza pesare, così come succede anche con tutte le altre 4 tracce, dalla durata più o meno simile (fino ad arrivare a più di 10 minuti con “Karakorum”).
“Those Who are Long Gone” prosegue l’atmosfera introdotta dalla traccia precedente, aggiungendo una nota di aggressività e oscurità in più, resa alla perfezione da una voce più furiosa, quasi come se passassimo dal mare sereno e tranquillo alla montagna selvaggia e indomita, un vero e proprio viaggio “between land and sky”. Come è evidente, il black metal di questo disco è molto atmosferico e ben lontano dai pezzi raw che caratterizzano il genere più classico.
I Marrasmieli introducono anche elementi ricercati come i cori femminili e la batteria quasi tribale di “Karakorum”, che contribuiscono a rendere questa traccia quella maggiormente caratterizzata da aspetti sinfonici ed epici, grazie anche alla presenza preponderante della chitarra, che servirà anche ad accompagnarci a “The Arden Passage”.
L’album si chiude con “Aallot”, che nel complesso riesce a ristabilire un’atmosfera serena e incantata, la furia della natura si è placata e ci permette di tornare a casa sani e salvi dopo il viaggio affrontato, con, nel cuore, un maggiore rispetto per il mondo naturale e i suoi fenomeni imprevedibili.
A sentire questo lavoro viene difficile credere che sia il primo, se escludiamo un EP, per tutti i membri della band, Melgor, Zannibal e Nattvind, la cura dei dettagli e la ricerca di determinate atmosfere è quella di chi sa quello che fa e quello che vuole ottenere, è un lavoro che riesce a toccare corde nascoste e a ricordarci che anche noi siamo in balia degli eventi naturali, anche se spesso ce lo dimentichiamo. Se il loro debutto è questo, sono molto curiosa di sentire come proseguiranno il loro percorso.