In attesa del loro undicesimo full lenght album che uscirà il prossimo novembre (Battles) gli IN FLAMES hanno pubblicato un live album di un loro concerto tenuto a Gothenburg (Svezia) nel novembre del 2014. La band non è certo misconosciuta, ma per i profani che sono stati attirati dal nome basti sapere che sono un gruppo svedese attivo dagli anni 90 iniziando come melodic death metal e evoluti raffinando e ammorbidendo i suoni ma senza rinunciare al proprio stile. Si tratta di quasi un’ora e mezza di concerto, registrato con molta perizia e cura facendo pervenire un’ottima esecuzione, prendendo anche le acclamazioni del pubblico che è stato coinvolto più volte dal cantante Anders Fridén; il concerto è consistito in 20 canzoni tratte principalmente dagli ultimi tre album pubblicati prima del 2014. Queste hanno una durata variabile, tra i tre minuti e i sette, ai quali bisogna però togliere fino a 30-40 secondi di applausi prima e dopo il pezzo, se non di più. Nonostante il fatto che da una registrazione non si possa cogliere l’ambiente formatosi durante quel concerto, alcuni pezzi riescono comunque a dare un’idea dell’atmosfera potente, energica e coinvolgente di quella sera a Gothenburg. Le canzoni non sono state messe però in un ordine casuale: si può distinguere una prima ondata di canzoni scatenate, poi un paio di canzoni più tranquille con tanto di soprani prima delle mazzate finali. La batteria è una colonna portante del gruppo, niente di speciale ma indispensabile, il basso si sente solo concentrandosi, le chitarre alternano riff e assoli orecchiabili, con dei suoni in cui si sentono le varie influenze heavy, death, nu e symphonic metal; la voce è la protagonista ed è tipicamente rock, tanto che in alcuni punti ricorda vagamente Bono, soprattutto in Paralyzed, senza però rinunciare a parti in growl e alterata; le tastiere sono le principali artefici della magia del concerto degli In Flames trasferita sul CD.
Tra le canzoni rilevanti:
- Trigger: tratta dall’album Reroute to Remain, del 2002. Riff con un groove pesante come previsto, forse un po’ nu. La batteria che alterna doppio pedale a parti più ritmate, le chitarre che danno una carica in crescente fino al ritornello, il cantante che alterna un growl leggero alla voce normale con cui incita il pubblico che risponde con entusiasmo cantando in coro fino a essere percepibile distintamente sotto la voce del cantante.
- Where the Dead Ships Dwells: tratta dall’album Sounds of a Playground Fading, del 2011.
- With Eyes Wide Open: tratta dall’album Siren Charms, del 2014. Nonostante fosse una delle più recenti all’epoca del concerto, il pubblico ha dimostrato di conoscerla già e apprezzarla parecchio, dato che in questa canzone è stato coinvolto parecchio, e il boato finale non ha lasciato dubbi sull’apprezzamento. E non a torto.
- Ropes: tratta dall’album Sounds of a Playground Fading, del 2011. Inizio melodico acclamato dal pubblico, poi riff minimale dal punto di vista strumentale, mentre compensano nel pre-ritornello e ritornello, per non parlare dell’assolo, una perla che impreziosisce il pezzo; la voce è la vera protagonista, ma non mancano parti solo strumentali, per quanto brevi. Si riascolta facilmente, anche perché sono 3.55 minuti che corrono troppo in fretta.
- Delight and Angers: tratta dall’album A Sense Of Purpose, del 2008. Canzone potente, con un groove irresistibile. Tra le chitarre che accarezzano i timpani, il basso che dà uno spessore imponente ai riff, la voce importante e la batteria inflessibile è un pezzo semplicemente da incorniciare, con qualche riserva sull’assolo.
- Only for the Weak: tratto dall’album Clayman, del 2000. Una pietra miliare della band, condita da un’incitazione particolare del publico all’inizio che risponde piuttosto bene quando il cantante la annuncia. Intro e ritornello semplicemente spettacolari, riff metà cantato dal pubblico. Questo pezzo, più che altri, riesce a trasmettere le emozioni coinvolgenti che hanno dominato quella sera di fronte agli In Flames.
Come accennato sopra, questo concerto è stato una raccolta di canzoni degli album tra Colony e Siren Charms; più precisamente 7 da Siren Charms, 4 da Sounds of a Playground Fading, 3 da A Sense of Purpose, 2 da Reroute to Remain e una da Come Clarity, Soundtrack to your Escape, Clayman e Colony. È abbastanza lungo da sentire, quasi come una partita di calcio senza contare l’intervallo, ma vale la pena prendersi un’ora e mezza di libertà per ascoltarselo con tutta calma. Le canzoni fluiscono una dietro l’altra senza intoppi e senza omologare con due o più canzoni simili una dietro l’altra, mozzafiato dal primo all’ultimo minuto salvo l’intermezzo un poco discutibile.