Da un musicista e compositore del suo calibro, sorprendentemente versatile e geniale, non c’è da aspettarsi altro che capolavori: anche questa volta, con il suo nuovissimo EP, Ihsahn si è superato e ci ha lasciati senza parole.
Nei mesi scorsi, Ihsahn – nome d’arte di Vegard Sverre Tveitan, storico frontman degli Emperor – ha annunciato il primo di due EP di cinque tracce ciascuno, ispirati e dedicati alla sua contea nativa, Telemark, nel sud della Norvegia, dove si trova la sua città natale (Notodden). Il primo dei due EP, intitolato appunto “Telemark”, è uscito il 14 febbraio.
Molte sono le considerazioni da fare su questo lavoro. Cinque brani, tre inediti e due cover, di gran lunga differenti rispetto alle ultime composizioni dell’artista norvegese che, dal 2006, anno di pubblicazione del suo primo album solista (“The Adversary”), porta avanti con incredibile successo il suo progetto personale, ben definibile progressive con svariate influenze anche provenienti da generi totalmente diversi dal metal. La sua intera produzione, dunque, si può definire multiforme, varia e in continuo mutamento. Ihsahn è capace di lasciare gli ascoltatori e la critica in fervente attesa e curiosità, riservando ogni volta qualcosa di imprevedibile.
Con l’ultimo album, “Amr”, rilasciato il 14 maggio 2018, presenta un lavoro molto variegato, in cui alterna pezzi nei quali emerge con convinzione la matrice black e brani decisamente più leggeri, ricorrendo a una voce pulita e limpida, estremamente piacevoli da ascoltare.
Ora, con “Telemark”, ci troviamo di nuovo di fronte a un lavoro sorprendente. Questo primo EP rappresenta il lato oscuro e brutale della sua identità compositiva; è una celebrazione dello spirito ribelle e aggressivo che, nel 1991, lo ha spinto a fondare gli Emperor. Ihsahn afferma:
“Il titolo dell’EP rimanda alla contea nella quale sono cresciuto e attualmente vivo. Potremmo dire che è un album orientato verso le radici. Sin da subito ho deciso che volevo che fosse legato all’estetica black metal. Volevo riassumere le influenze black metal pure delle mie radici, visto il concept, scrivendo qualcosa dedicato e ispirato a Telemark. Per la prima volta ho deciso di scrivere i testi in norvegese. Per certi versi sembra molto vicino alla mia casa.”
Il primo brano è “Stridig”, che, dopo una breve intro, apre l’album con toni grintosi e riff potenti; è ben chiara da subito la tendenza al recupero della tradizione black, dalla quale Ihsahn non si è mai distaccato. Un growl profondo e molto espressivo contrasta una melodia più lenta e armonica, specie a metà canzone, quando il brano rallenta sensibilmente vertendo tutta l’attenzione sulle chitarre. In un climax crescente, il brano riacquista il ritmo sostenuto che lo caratterizza dall’inizio. A seguire, “Nord”, il brano in cui sono maggiormente evidenti le radici black, tanto dai riff quanto dalla voce, mitigate e alleggerite da influenze prog e melodiche. Il terzo brano è la title-track, a mio avviso il pezzo meglio riuscito, in una posizione strategica e non casuale, esattamente a metà EP. Un’intro di due minuti rivela il leitmotiv del brano intero, unendo influenze black e sinfoniche a ritmi orientaleggianti in un’armonia nuova e inaspettata rispetto ai due brani precedenti, per poi esplodere con un’energia incredibile, data dal cantato in growl e dalla potenza martellante dei riff e della batteria. Un vero pezzo black, deciso, aggressivo, che non può non restare impresso a chi lo ascolta.
Dopo un brano così, proseguire non è facile, ma Ihsahn non ha finito con le sorprese. Ci propone due cover, “Rock And Roll is Dead” di Lenny Kravitz e “Wrathchild” degli Iron Maiden, tirando fuori due pezzi heavy metal con un tocco del tutto personale, nella voce e nei virtuosismi alla chitarra. Non è mai facile realizzare una cover che sia all’altezza dei brani originali: Ihsahn l’ha fatto molto bene.
In conclusione, “Telemark” è un lavoro breve ma denso di emozioni, ricordi, vissuti interiori, legami culturali. Manifesta l’attaccamento alla terra natia, selvaggia, ben resa dai toni cupi e freddi che, grazie al suo incredibile talento, l’artista è stato capace di rendere in musica in maniera eccezionale.
Un EP che vale assolutamente la pena di ascoltare.