Il progetto “Humm” porta il nome di Fabio Gatto, il bassista reduce dalla sua avventura coi nostrani folkster che sono i Furor Gallico. Fabio è polistrumentista e in questo album fa tutto da solo: musica, testi, suona tutti gli strumenti, programmi, produzione. Solo un anno fa era uscito “No Empathy Before Doomsday”, il suo primo album solista, che ha all’attivo anche il progetto Post-Rock Ein Sof.
Ecco uscire ora “Sanctuary”: album vario, che spazia attraverso vari generi e varca innumerevoli confini, sperimentando coraggiosamente, pur restando fedele ad una certa linea.
Mantenendo comunque una linea ben definita e una preferenza verso il Post/Black metal, che aveva caratterizzato anche il suo primo album, si può notare la sua vasta esperienza di anni e anni e la fruizione e predilezione di vari generi musicali. Questo spiazza anche un po’ l’ascoltatore, per via di cambi di tempo nonchè di genere, tutti però intersecati tra loro e mai pesanti o fuori luogo. E la sperimentazione è continua, si passa da momenti di esecuzione veloci ad altri più pesanti e cupi, direi molto belli e curati.
I pezzi variano dallo Sludge (in “Ashen Ablaze”), al Post metal, al Black metal, al Rock, in certi momenti sembrano arrivare anche i Mastodon ( in “He Sank Into The Scented Undergrowth”). Il brano più veloce, incalzante e che colpisce per la freschezza è “Weeping Hermione”, che ha un impatto Sludge/Stoner ed è strutturato in modo assolutamente efficace e capace di catturare subito l’ascoltatore.
Colpisce anche “Engraved Stones”, molto duttile e varia e la malinconia di “A Graveyard Of Stars”, ma che viene mitigata dal cantanto in clean.
Lascio appositamente per ultime le mie parole per la stupenda “As So She Wanders”, secondo me il più bel pezzo di questo album, che porta subito i miei pensieri e sensazioni verso tante perle dei meravigliosi Agalloch. Sonorità Post-Black Metal, Doom, Post Rock e lo screaming che ricorda molto il cantato di John Haughm, ma da metà brano il tutto passa da un Post/Rock/Blues ad uno stacco musicale molto cupo, per poi confluire di nuovo nel riff conduttore verso il finale.
Chiude l’album l’altrettanto bella “Bird Of Prey”, che porta subito la mia mente ai lavori di Burzum, a sigillare un album molto vario e sperimentale, non di immediata presa ma che dopo qualche ascolto si rivela molto gradevole.
Fabio Gatto, col suo progetto “Humm”, si conferma musicista lodevole, capace compositore, veramente bravo a bilanciare i suoni, soprattutto tenendo conto che fa tutto da sè. Unico appunto da fare è la durata dell’album, che può causare cali di attenzione. Senza dubbio “Sanctuary” è un album notevole, maturo, un viaggio da fare senza dubbio e consigliato a chi cerca un pout pourri fatto di musica di alto livello.
HUMM – Sanctuary
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