Soltanto un anno ci separa dall’uscita di “Reign Of Gold”, ultima fatica dei power metallers tedeschi Human Fortress.
I protagonisti di oggi aprono questo 2021 musicale con la pubblicazione di “Epic Tales & Untold Stories”, una metal opera comprensiva di 23 tracce distribuite in due CD dai caratteri distinti; difatti, gli otto inediti si trovano tutti nella prima parte, mentre alla seconda è stata dedicata una raccolta delle migliori composizioni della band, un best of a tutti gli effetti.
La proposta è quanto di più classico ci si possa aspettare da un gruppo che naviga da oltre vent’anni nelle acque del metal epico e che ancora non è riuscito a fare breccia nel mercato musicale, penalizzato da un genere sofferente di una saturazione ormai di lunga data.
Se inoltre, come in questo caso, siamo sottoposti all’ascolto di otto inediti sottotono e assolutamente non ispirati, non possiamo che essere franchi nel bocciarli uno ad uno come farò di seguito.
Pronti, via, partiamo dalla opening track “The Grimoire”! Questo è senza ombra di dubbio il brano più entusiasmante della prima sezione, l’unico nel quale si percepisce, almeno, il sentore di epicità che avrebbe dovuto avvolgere l’intera opera. Interessante il delicato impiego della chitarra acustica ed il ritornello ha una sua orecchiabilità, ma le vocals appaiono prive di mordente.
La traccia successiva “Disappear in Dark Shadows”, al contrario, non ha nulla del carattere che vorrei ascoltare in un brano così titolato. Ancora una volta la prova vocale risulta spenta, penalizzata oltretutto da uno scarno e banale lavoro compositivo, mentre il ritornello, molto catchy, rimanda a rock ballads di altre epoche e non sposa gli intenti musicali del disco.
Segue “Vain Endeavour”, un brano più classico che perlomeno ci riporta ad ascoltare del power metal, ma che nuovamente non fa gridare al miracolo.
“Free” è la ballad dell’album. Non presenta difetti grossolani, semplicemente non penetra il cervello ed il cuore dell’ascoltatore. Stesse considerazioni per le rimanenti quattro tracce, eccezion fatta per “We Are Legion”, la quale ci ricorda quanto questi ragazzi siano musicisti di tutto rispetto e che, si spera, siano stati solamente vittime di un incidente di percorso.
Si conclude così la prima metà del disco giudicata dal sottoscritto insufficiente; valutazione rafforzata dal fatto di non aver visto nemmeno l’ombra di un solo di chitarra nè di tastiera, difetto che si aggrega agli altri citati in precedenza.
La seconda “facciata” di questo “Epic Tales & Untold Stories”, per fortuna di chi ascolta, smussa gran parte delle imperfezioni che abbiamo incontrato fin’ora; non stiamo parlando di una virata netta, ma è percepibile un salto qualitativo (d’altronde, parliamo di un best of). I quindici brani che seguono, ancora non evocano alcuna magia, ma perlomeno risultano legati tra loro da un filo conduttore sempre coerente.
Per la prima volta abbiamo il piacere di ascoltare una buona performance vocale e, soprattutto, delle timide chitarre soliste (“The Dragons Liar”, “Defenders Of The Crown”), mentre emerge una fresca personalità folk in “Border Raid In Lions March”.
“Gladiator Of Rome”, invece, si scompone in due parti consequenziali che fanno subito presa con gloriose cavalcate e melodie ariose. Promosse entrambe a pieni voti: la musica c’è, il cuore c’è, non chiedo altro.
In successione, “Wasted Years” sorprende per il riuscito connubio tra le duplici componenti strumentali che vanno a pescare in un mare di sonorità a tratti medievaleggianti, mentre “The Chosen One” è, assieme a “Dark Knight”, l’unica traccia dell’intero disco riconducibile al caro amato power metal teutonico d’ispirazione Helloween e Gamma Ray. È proprio in questo frangente che emerge la vera heaviness degli Human Fortress, qualità che consiglio loro di mantenere poiché funziona ed hanno le capacità per farne un punto di forza.
Il disco si avvia così verso il suo compimento mantenendo colori invariati e si chiude con “Thunder”, un brano non particolarmente entusiasmante ma che pone fine ad un viaggio che, in termini qualitativi, mi ha sottoposto ad un tortuoso sali-scendi. In conclusione, la seconda frazione del disco riesce solo in parte a farmi dimenticare la prima, il che rende “Epic Tales & Untold Stories” un prodotto ahimé insufficiente. È un vero peccato, poiché questi ragazzi sembrano avere il potenziale per dire la loro, seppur in una scena già florida di artisti. Come direbbe qualcuno: bravi, ma non si sono applicati.