Non capita spesso di trovarsi ad ascoltare un album di una band proveniente dal Medio Oriente. Personalmente non ne conosco molte, a parte gli Orphaned Land e pochi altri, e ora ho deciso di esplorare questi HETEROCHROME, gruppo Progressive Metal con diverse influenze proveniente dall’Iran che ha pubblicato il suo album di debutto il 7 luglio del 2017. In Iran suonare in una Metal band è considerato illegale, e la band di Teheran potrebbe addirittura rischiare una condanna con esecuzione, pertanto è probabile che il loro lavoro venga distribuito soltanto nei paesi esteri, dove potranno essere apprezzati.
Presentiamo dunque la band prima di parlare del loro album, formata da cinque membri: Mida (voce femminile del gruppo), Mohammadreza Rezaei (chitarra e back vocals), Mohammad Mirboland (batteria), Armin Afzali (basso) e Khashayar Oveisi (chitarra). L’album è autoprodotto dalla band stessa e da Danny Klaven.
Fin dai primi ascolti sono chiare le potenzialità e il talento della band, ricche di intriganti sonorità Progressive che si sposano perfettamente con la bellissima e angelica voce della vocalist Mida. Il primo Full-Length, “Melancholia” ci presenta sei brani suddivisi in poco più di trenta minuti, forse troppo breve ma molto intenso.
Si parte con “Cage“, brano dai tratti eterogenei, riflessivo, con un bel duetto tra Mida e il cantante chitarrista Rezaei e assoli che catturano l’ascoltatore in una piacevole dimensione. “Hang” mette ancora più in evidenza il talento della band con le chitarre molto Prog e la voce di Mida che si adatta perfettamente al pezzo raggiungendo a tratti tonalità da soprano, in piacevole contrasto con la voce molto “doom” di Rezaei che fa anche uso del growl.
“Regret” è un pezzo strumentale con diversi cambiamenti di tempo tipici del Progressive più puro. Curioso il duetto tra chitarre e batteria che si abbracciano in ritmiche sempre più veloci.
“Purgatory” è al limite della perfezione, sfiorando l’epicità, il pezzo decisamente più bello dell’album, con passaggi acustici che si alternano a riffing rapidi e accattivanti.
Decisamente più tranquilla e riflessiva “Paradise“, anche se accelera sul finale, conservando sempre quei tratti Progressive che caratterizzano tutto l’album. I vocalizzi di Mida sono qualcosa di sublime!
La conclusiva “Inferno” presenta diverse caratteristiche che valorizzamo ogni componente della band, in particolar modo alternando ritmiche accattivanti di chitarre e batteria con quelle più cupe del basso e delle parti acustiche.
Posso affermare senza ombra di dubbio che questo sia uno degli esordi più curiosi e promettenti del 2017, davvero coinvolgente e per chi ama le voci femminili e questo tipo di sonorità è assolutamente consigliato! Ci aspettiamo futuri sviluppi!
Tracklist
1-Cage
2-Hang
3-Regret
4-Purgatory
5-Paradise
6-Inferno